Il coordinamento sanità “19 Marzo” torna all’attacco per denunciare con forza e determinazione le continue carenze e gli eterni disagi del comparto sanitario lametino. Sabato prossimo alle 12 in piazza Mazzini, il sodalizio terrà una conferenza stampa per riaccendere prepotentemente i riflettori sulla “sanità che non c’è”, sui bisogni ignorati della comunità, sulla negligenza di tutta la classe politica in generale. «L’incontro di sabato – fanno presente i componenti del coordinamento – vuol essere un’occasione per far sentire ancora una volta la voce dei cittadini, per chiedere insieme un cambiamento reale nella sanità del territorio. La partecipazione di tutti è fondamentale per tornare a mettere la salute e il benessere dei cittadini al centro dell’azione politica. Chiediamo che le istituzioni locali si attivino per portare miglioramenti tangibili nella vita dei lametini. La salute deve tornare ad essere una priorità».
«Nessun politico lametino difende il nostro territorio - sentenziano i componenti del sodalizio - il malcontento, ormai palpabile tra i cittadini, si manifesta attraverso la crescente insoddisfazione per le condizioni dei servizi sanitari, sempre più inadeguati e inadeguatamente sostenuti».
Così gli attivisti del coordinamento che ribadiscono: «I cittadini si sentono abbandonati e costretti a sollevare questioni cruciali senza ricevere il dovuto ascolto, il necessario supporto dalle istituzioni preposte. Siamo in una situazione di estremo disagio per l’intera comunità», incalza il coordinamento che ricorda l’articolo 32 della Costituzione, evidenziando come “il diritto alla salute venga sempre più messo in discussione». Tra le urgenze impellenti le lunghe liste d’attesa per il servizio di neuropsichiatria infantile: attualmente, infatti, ci sono 111 bambini che attendono di fare la prima visita. Tanti altri ancora aspettano di poter proseguire il loro percorso di cura con la seconda e terza visita che, generalmente, arriva dopo diversi mesi dalla prima. Purtroppo i tempi si dilatano a dismisura perché il servizio registra una forte carenza d’organico in quanto mancano diverse figure professionali (logopedisti, fisiatri, psicomotricisti).
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