E' una delle questioni annose che attanagliano il destino della Calabria: la mancata bonifica del Sito di Interessa Nazionale (SIN) di Crotone. E' stata la tematica centrale del Consiglio Regionale della UILTEC Calabria svoltosi a Lamezia Terme e al quale ha partecipato tutto il gruppo dirigenziale calabrese dell'organizzazione sindacale, insieme al segretario generale nazionale e regionale UILTEC, rispettivamente Daniela Piras e Vincenzo Celi, e al segretario generale UIL Calabria, Maria Elena Senese.
Per Daniela Piras, “non è più procrastinabile l'avvio della bonifica di un territorio che aspetta da tanto, troppo tempo. E' necessaria, indispensabile e urgente, perché rappresenta anche un'opportunità, in quanto, ripristinando quei siti, si consentirà che ci siano nuove attività. Accogliamo in modo estremamente positivo la proposta del direttore generale del Dipartimento Economia Circolare e Bonifiche del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Luca Proietti, in occasione della sua recente visita in Calabria, che ha lanciato l'istituzione di un tavolo tecnico in Prefettura, a Crotone, con tutti i soggetti istituzionali, politica, associazioni datoriali e sindacati. Il risanamento ambientale, sociale e industriale di Crotone e della Calabria passano da una vera, leale e concreta bonifica anche del terreno del confronto politico ed istituzionale verso una strategia sinergica e di cooperazione che favorisca un approccio costruttivo al problema della bonifica di Crotone. L’ambiente, la salute dei cittadini di Crotone, non si curano con i vincoli, con gli atti che dimostrano una determinazione piuttosto che un'altra ma trovando soluzioni. Non interessa più a nessun crotonese, a nessun calabrese, chi ha detto no o si: la bonifica del SIN di Crotone deve partire.”
“Vogliamo cambiare la narrazione – ha affermato il segretario generale UilTEC Calabria, Vincenzo Celi – che sta dentro l'interlocuzione tra le parti che guardano alla bonifica di Crotone, un'area industriale che è tra le grandi del Sud e non può non essere utilizzata e valorizzata. Occorre produrre idee e progettualità, altrimenti temiamo che la bonifica non si faccia più. Troppi vincoli posti e troppi ricorsi al Tar. Eni deve essere indotta ad investire, come avvenuto in altre parti di Italia, con, ad esempio, progetti di economia circolare, possibilità di rifiuti trasformati in biocarburanti. Vogliamo essere attori principali e non spettatori di questa straordinaria e complicata partita che guarda al destino della Calabria, ma non solo. Lo stesso generale Emilio Errigo, commissario straordinario delegato a coordinare, accelerare e promuovere la realizzazione degli interventi di bonifica e riparazione del danno ambientale nel sito di Crotone, in una recente dichiarazione stampa, ha sostenuto che la bonifica dei siti di interesse nazionale, e quindi anche Crotone, sono una questione nazionale. Per noi, la bonifica di Crotone non è una questione di contrapposizione ma di opportunità.”
“Si tratta di una pagina drammatica della nostra regione – ha sottolineato Maria Elena Senese – Il SIN è stato istituito nel 2002. Siamo davanti ad un caso evidente di politica tardiva che è stata incapace di risanare un ecosistema ambientale, sociale, industriale ed occupazionale. Quello a cui stiamo assistendo è uno scontro istituzionale che continua a discostarsi dal vero problema che caratterizza il SIN, ovvero la permanenza dei rifiuti e delle sostanze inquinanti a Crotone. Conosciamo bene i numeri elevati dei malati oncologici legati a questo territorio, moltissime persone sono morte. C'è una responsabilità da parte di tutti. Noi non abbasseremo la guardia e continueremo a far battaglia.”
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