Cinque imputati hanno scelto di essere giudicati col rito abbreviato, tra cui il boss di Roccabernarda Antonio Santo Bagnato. Mentre per gli altri quattro accusati si profila il processo ordinario. Così ieri, davanti al gup del Tribunale di Catanzaro, è terminata l'udienza preliminare del procedimento nato dall'inchiesta della Dda che avrebbe fatto luce sui presunti tentacoli che la cosca Bagnato avrebbe allungato sul Comune di Roccabernarda.
L'operazione, sulla scia del blitz "Trigarium" che ha portato a 14 condanne definitive, scattò il 17 novembre 2023 con tre arresti eseguiti dai carabinieri. Per il pm Pasquale Mandolfino, che ha coordinato le indagini, l'allora sindaco di Roccabernarda, Vincenzo Pugliese, assieme ai tecnici dell’epoca dell'ente, Giovanni Iaquinta e Luigi Piro, avrebbero condizionato le «modalità di scelta del contraente al quale affidare il servizio di manutenzione di illuminazione pubblica».
In che modo? «Anziché assegnare il servizio tramite gara pubblica tra le diverse imprese concorrenti» - è la tesi investigativa - le opere sarebbero state frazionate «strategicamente in plurime assegnazioni periodiche», così da affidare direttamente gli interventi «sotto soglia», dal 2010 al 2018, alla ditta "Elettric Service" di Antonio Lonetto, ritenuta contigua ai Bagnato.
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