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Eolico in mare nel golfo di Squillace, interviene la Regione: un rischio per tartarughe, cetacei e uccelli

Il dipartimento Ambiente ha trasmesso, fuori tempo massimo, le osservazioni al Ministero sull’impianto Enotria. Nel solo Golfo di Squillace ogni anno si contano fino a venti nidi di Caretta Caretta. Le pale potrebbero ostacolare le rotte delle specie migratorie che attraversano lo Jonio

Nuovi interrogativi sulla realizzazione del parco eolico Enotria davanti alle coste catanzaresi arrivano dal Dipartimento Ambiente della Regione Calabria. Anche se in ritardo rispetto ai termini fissati, gli uffici della Cittadella regionale hanno fatto pervenire al Ministero dell'Ambiente le osservazioni sul progetto da oltre 500 MW da realizzarsi con 37 aerogeneratori alti 350 metri nel Golfo di Squillace. Il documento firmato dalla funzionaria Maria Prigoliti e dal dirigente Giovanni Aramini, spiega che «l’impianto eolico, cumulato con gli altri fattori di pressione già in essere potrebbe costituire una significativa interferenza sulle popolazioni di specie a rischio di estinzione». L'intervento, sottolineano dal dipartimento Ambiente, ricade in un’area importante per la nidificazione ed il transito delle tartarughe Caretta Caretta, per la presenza di diverse specie di cetacei ed inoltre rappresenta un importante corridoio migratorio di avifauna.

Secondo i dati in possesso della Regione la costa tra Le Castella e Capo dell’Armi (in totale 198 km, di cui 175 km di spiagge sabbiose), rappresenta il settore in cui si concentra il maggior numero di nidificazione di Caretta Caretta a livello nazionale con 100-180 nidi rinvenuti ogni anno. Nel solo Golfo di Squillace si stimano tra 10 e 20 deposizioni all’anno. «La presenza dei nidi di Caretta caretta sulla spiaggia – si legge nel documento - è indice di un certo numero di individui adulti che nel periodo riproduttivo (maggio-agosto) frequentano assiduamente il braccio di mare antistante la costa dove il traffico nautico e qualsiasi altra attività antropica possono interferire con il loro sistema di orientamento oppure, nei casi più gravi, minacciarne la sopravvivenza». E poi ci sono i cetacei, come il delfino di Risso specie di recente inserita nella lista rossa Iucn. «Le particolari caratteristiche fisiche del Mare ionio meridionale contraddistinte da una batimetria profonda relativamente vicina alla riva, la presenza di diversi canyon e fosse fanno dell’area – sostiene il Dipartimento Ambiente - un hotspot per i cetacei».

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