Le divise “infedeli” avrebbero rappresentato «uno strumento insostituibile per assicurare a Cracolici ed ai suoi affiliati di seguitare indisturbati nella gestione mafiosa del territorio, in tutti i suoi aspetti. Il dominio sul territorio di competenza viene esercitato anche avvalendosi, al fine di assicurarsi una sorta di patente di liceità, di appartenenti alle forze dell'ordine, ottenendo, in tal modo, vantaggi anche di rilevante importanza». Così nell'ordinanza si evidenzia il ruolo avuto dall'ex comandante della Stazione carabinieri di Maida Vincenzo Pulice e dall'appuntato dei carabinieri forestali di Girifalco Antonio Scicchitano entrambi ora finiti agli arresti. Il luogotenente dell'Arma secondo quanto ricostruito dagli inquirenti avrebbe intrattenuto rapporti consolidati nel tempo con gli uomini della cosca «garantendo loro protezione e tutela, attraverso una sistematica omissione di controlli nei confronti delle attività criminali dagli stessi promosse e poste in essere sul territorio di competenza, in alcuni casi prendendovi parte in prima persona, nonché da leader carismatico, quasi alla pari del boss di Cortale, nel settore del traffico di narcotici». Pulice avrebbe avuto un ruolo da protagonista nella gestione di una piantagione di marijuana e si occupava di «proteggere i membri dell’associazione, avvisandoli su eventuali attività investigative o controlli, garantendo con la propria presenza sul territorio l'assenza di controlli o ispezioni, sviando eventuali attività di indagine». Gli investigatori dell'Arma hanno registrato contatti e incontri dello stesso militare, con esponenti della cosca o, comunque, con soggetti contigui alla stessa.
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