Si stringono i tempi per definire il contenzioso amministrativo nato dal decreto del ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica che lo scorso primo agosto ha autorizzato Eni Rewind a smaltire i rifiuti pericolosi dell'ex area industriale di Crotone nella discarica di Columbra. Così ha deciso ieri il Tar della Calabria. Che, con quattro ordinanze, ha fissato per il prossimo 19 febbraio l'udienza nella quale verranno discussi i ricorsi di Regione, Provincia, Comune di Crotone, Wwf e Arci. In sostanza, il collegio presieduto da Giancarlo Pennetti ha ritenuto che le esigenze di enti locali e associazioni siano «apprezzabili favorevolmente e tutelabili adeguatamente con la sollecita definizione del giudizio nel merito». Da qui la presa di posizione dei giudici di Catanzaro di dare un'accelerata al "braccio di ferro" in corso. Com'è noto, i ricorrenti hanno impugnato il provvedimento col quale il Mase, approvando lo stralcio del Piano operativo di bonifica Fase 2, ha dato il via libera alla società del gruppo Eni a conferire 362 mila tonnellate di scorie pericolose, prive di Tenorm e amianto, nell'impianto dell'azienda Sovreco. Mentre le restanti 397 mila tonnellate di sostanze non pericolose troveranno spazio in strutture dislocate fuori Calabria. Si spiega così la scelta di Regione, Provincia, Comune di Crotone, Wwf e Arci di sollecitare al Tribunale amministrativo regionale l'annullamento, previa sospensione, della disposizione del dicastero contestando, su tutti, lo smaltimento "in loco" delle scorie pericolose. «È auspicabile che da qui ai prossimi tre mesi – ha commentato il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce – Eni non ponga in essere atti incompatibili con le tesi sostenute nel nostro ricorso, altrimenti, laddove il Tar dovesse annullare i provvedimenti impugnati all’esito dell’udienza di merito, sarebbe chiamata a risarcire gli ingenti danni arrecati al territorio attraverso le pratiche illegittime eventualmente poste in essere».