Omicidio dell’avvocato Ciriaco: 30 anni di carcere per i fratelli Vincenzino e Giuseppe Fruci e 7 anni e 4 mesi per il collaboratore di giustizia Francesco Michienzi. Questa la richiesta avanzata ieri mattina dal sostituto procuratore generale Salvatore Di Maio a conclusione della requisitoria davanti ai giudici della Corte d'appello a carico dei presunti killer dell'avvocato Torquato Ciriaco, ucciso nel 2002 nei pressi dello svincolo dei “Due Mari”.
La parola passa ora ai difensori degli imputati, gli avvocati Anselmo Torchia, Giuseppe Spinelli, Sergio Rotundo, Luca Cianferoni e Maria Claudia Conidi, per le arringhe finali che si terranno il prossimo 20 gennaio, a conclusioni della quali la Corte, presieduta dal giudice Antonio Battaglia, emetterà la sentenza definitiva in questa lunghissima vicenda giudiziaria.
Il processo, infatti, si è dovuto rifare dopo che la prima sezione della corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza della Corte di Assise di Appello di Catanzaro relativa all’omicidio dell’avvocato Ciriaco, per la quale avevano riportato una condanna a trenta anni i fratelli Giuseppe e Vincenzino Fruci. La Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro (presidente Gabriella Reillo, a latere Francesca Garofalo) nel giugno del 2021 ha sentenziato tre condanne e un’assoluzione per l’omicidio dell’avvocato Ciriaco, freddato a colpi d’arma da fuoco a pochi chilometri da Lamezia, vicino alla strada “Dei Due mari”, il primo marzo del 2002.
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