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Deposito di Gnl a Crotone, botta e risposta tra il Ministero e gli ambientalisti

Scambio di osservazioni sul rigassificatore che potrebbe sorgere nell’area industriale. Il Mase: «È fuori dal Sin». Gli attivisti: «Impianto da bonificare»

Prima il ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica: il deposito costiero di Gnl (Gas naturale liquefatto) e «le relative opere accessorie (fra cui la condotta criogenica)» ricadrebbero «all’esterno» del Sito di interesse nazionale di Crotone, «sia per la parte delle aree a terra che per le aree a mare». Poi la replica delle associazioni: «La dichiarazione che l'impianto è in area Sin» è presente nel «documento di sintesi non tecnica del progetto».
È botta e risposta tra il Mase da una parte e l'Arci, il Wwf, la Paideia ed i privati cittadini dall'altra. Al centro del vivace scambio c'è il piano della società "Ionio Fuel", sottoposto alla procedura di Valutazione di impatto ambientale per incassare il via libera o il rigetto dallo stesso dicastero, che vuole realizzare un rigassificatore nella zona industriale della città. Com'è noto, l'azienda partenopea è intenzionata a creare un deposito (della capacità di 22.068 metri cubi) a nord di Crotone così da collegarlo ad un terminale in mare per consentire alle navi metanifere di attraccare e scaricare il gas naturale liquefatto nei 18 serbatoi di stoccaggio da 1.226 metri cubi. Ma di fronte a questa ipotesi, il ministero e l'Istituto superiore di sanità avevano avanzato delle perplessità che nei mesi scorsi hanno indotto la "Ionio Fuel" a fornire integrazioni e chiarimenti.

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