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Imprenditore di Catanzaro estorto per decenni, condanna definitiva per tre imputati

La Corte di Cassazione

Diventano definitive le condanne per la ventennale estorsione a cui è stata sottoposta una delle imprese edili più grandi del capoluogo che da decenni era costretta a cedere al ricatto della criminalità rom. La Corte di Cassazione ha infatti confermato le condanne nei confronti di Cosimo Passalacqua a otto anni, di Luca Veneziano a quattro anni, dieci mesi e 20 giorni e di Santo Mirarchi 2 anni e quattro mesi.
Secondo quanto emerso dalle indagini, scattate dopo la denuncia dell’imprenditore, era Cosimo Passalacqua, “U Toscanu”, a garantire all’imprenditore «una tranquillità ambientale». In cambio però di assunzioni fittizie e pagamenti periodici per lui e i suoi familiari. Quando nel maggio del 2020 l’imprenditore ha trovato il coraggio di spezzare le catene del racket immediata è scattata la ritorsione: danneggiamenti, furti, atti intimidatori e minacce. Il 25 maggio 2020 l’imprenditore si presentò alla polizia per denunciare un furto di merce subito in azienda. Era solo il primo di una lunga serie di episodi. Pochi giorni dopo dinanzi al cancello della società veniva rinvenuto un gatto morto. Nello stesso periodo era stato danneggiato un furgone della ditta, poi veniva rubato un trattore e infine alcuni ladri tentavano di introdursi nella casa dove l’imprenditore vive nel centro storico. Nonostante la paura per la sequela di episodi l’uomo ha trovato il coraggio di chiedere aiuto agli inquirenti.

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