In un periodo in cui si susseguono le aggressioni ai camici bianchi per una volta la “narrazione” potrebbe essersi ribaltata. Il condizionale è d’obbligo ma, mentre le indagini dei carabinieri sono in corso per accertare la dinamica dei fatti, l’unica certezza rimane la crescente tensione che si respira negli ospedali e presso le Guardie mediche. Mercoledì in Pronto soccorso un uomo è stato refertato con un’emorragia cerebrale (30 giorni di prognosi) e ha riferito ai sanitari di essere stato aggredito presso la postazione di una Guardia medica del Vibonese, addirittura picchiato con calci e pugni.
«Mio marito è in terapia intensiva - racconta la moglie - e sarà poi ascoltato dai carabinieri. Ad aggredirlo - sostiene - è stato il medico a cui si era rivolto per avere la prescrizione di un farmaco salvavita». Stando al racconto della donna, il medico si sarebbe rifiutato di rilasciare la ricetta poiché illeggibile e da lì in poi sarebbe mutato il clima. Tanto da richiedere l’intervento dei carabinieri (chiamati dal medico accusando a sua volta un’aggressione) e dell’ambulanza.
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