Ha scelto di essere giudicata con il rito ordinario l’ex direttrice del carcere di Catanzaro Angela Paravati coinvolta nell’inchiesta Open Gates sui presunti illeciti nella gestione dell’istituto penitenziario Ugo Caridi. L’ex direttrice (difesa dagli avvocati Salvatore Staiano e Francesco Iacopino), che aveva lasciato la direzione del carcere nel settembre del 2022 dopo 12 anni, deve rispondere di reati che vanno dal concorso esterno in associazione per delinquere e dal falso alla falsità ideologica e alla corruzione. Ha optato per il rito ordinario anche Simona Poli che ha guidato la penitenziaria nel carcere di Catanzaro dal 2018 al 2022. per loro e per gli altri indagati che hanno scelto il rito ordinario il pubblico ministero in aula ha ribadito la richiesta di rinvio a giudizio. Si tornerà in aula il prossimo 18 dicembre quando alcuni indagati potranno formalizzare la richiesta di accedere al rito abbreviato che in caso di condanna comporta lo sconto di un terzo della pena. Sempre nell’udienza di ieri sono state accolte le richieste di costituzione di parte civile avanzate dal Ministero della Giustizia, rappresentato dall’Avvocatura dello stato, e dal Comune di Catanzaro assistito dall’avvocatura interna dell’ente. Secondo l’accusa nel carcere Caridi avrebbero operato due organizzazioni criminali che riuscivano a far entrare in carcere e a vendere agli altri detenuti sostanze stupefacenti, telefonini e sim card. Il tutto sarebbe avvenuto, secondo l’accusa, con la complicità di alcuni operatori della polizia penitenziaria (indagati dalla Dda) e anche di parenti dei detenuti che provvedevano a fornire droga e telefonini. Insomma non un carcere di massima sicurezza ma un «hotel» dove, per usare le parole di un detenuto, «comandiamo noi altri».