Si riaccendono i fari sui momenti di tensione vissuti all’interno della postazione della Guardia medica. E se nei giorni scorsi era emersa la versione fornita dalla moglie dell’uomo che, dopo aver denunciato di essere stato aggredito, è stato refertato al Pronto soccorso di Vibo con un’emorragia cerebrale e 30 giorni di prognosi, questa volta a prendere la parola è il dottor Angelo Lagrotta, che chiarisce la propria posizione in merito ai fatti accaduti e si difende con fermezza, negando categoricamente di aver aggredito il paziente. Anzi. «Sono io l’aggredito», precisa, non intendendo affatto passare «da vittima a carnefice».
Lagrotta si appella alle registrazioni delle chiamate effettuate al 112 e al 118 per dimostrare la veridicità della sua versione dei fatti: «Basta ascoltarle per sentire mentre chiedevo aiuto, in sottofondo la valanga di minacce che mi ha urlato contro. Io ho evitato in tutte le maniere lo scontro fisico, non ho dato all’uomo nessun calcio né tantomeno pugni, e ho fatto di tutto per evitare che invece fosse lui ad aggredirmi; e meno male che aveva un braccio ingessato perché se le avesse avute entrambe sarei finito molto male».
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