È sempre più frequente trovarsi sulla porta delle ex guardie mediche del Catanzarese avvisi con cui si comunica all’utenza la sospensione giornaliera del servizio. Al fondo della “vacatio” spesso c’è la mancata nomina di medici disponibili ad accettare incarichi e turni in reperibilità. Uno degli ultimi episodi a Vallefiorita, ai piedi delle Preserre, dove sono “saltate” le prestazioni dello scorso 24 novembre. A garantirle, la continuità assistenziale di Palermiti.
Stando ai numeri, in provincia di Catanzaro gli incarichi vacanti nell’emergenza territoriale sono 43 distribuiti nelle 14 postazioni: Maida, Sersale e Tiriolo per 6 medici. Quattro medici mancano a Montepaone e a Chiaravalle, 3 nella pet di Catanzaro e Falerna. Due a Lamezia Terme, Isca, Girifalco e Soveria Mannelli. E ancora un solo medico per Catanzaro Lido, Taverna e Sellia Marina. Criticità, dunque, quelle della sanità territoriale, che continuano a manifestarsi in maniera sempre più massiccia. E, come al solito, a farne le spese sono i cittadini, soprattutto le fasce deboli della popolazione. Residenti in territori periferici, vedono sempre più assottigliarsi i riferimenti immediati dell’assistenza sanitaria. Inevitabili le corse ai pronto soccorso con l’inevitabile, ulteriore, congestione di quelle strutture. La conseguenza? La medicina territoriale va in tilt, precipitando un imbuto senza fondo come il gatto che si morde la coda.
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