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Catanzaro, decretato il rinvio a giudizio per 36 “furbetti” del green pass

L’inchiesta condotta dai Nas, il processo però inizierà tra più di un anno. Coinvolto un dipendente dell’ex Azienda ospedaliera “Pugliese”

Avrebbero ottenuto il green pass senza però farsi inoculare il vaccino. Per questo motivo il gup del Tribunale di Catanzaro Sara Merlini ha rinviato a giudizio 36 persone. Per l’inizio del processo dovranno però attendere oltre un anno. La prima udienza davanti al Tribunale monocratico è stata fissata infatti per il 20 gennaio 2026. Altre tre persone hanno invece chiesto e ottenuto di essere giudicate con il rito abbreviato, il processo in questo caso avrà inizio il 25 febbraio.

La Procura di Catanzaro, dopo l’attività investigativa del Nas dei Carabinieri, nel febbraio scorso aveva chiuso le indagini a carico di 39 persone accusate di far parte dei cosiddetti “furbetti” della certificazione verde. Devono rispondere di accesso abusivo a un sistema informatico, falso in atto pubblico e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale. L’inchiesta è stata coordinata dal sostituto procuratore Stefania Caldarelli.

Al centro del castello accusatorio c’è un dipendente dell’azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio. È lui secondo l’accusa a essersi introdotto abusivamente nella piattaforma nazionale vaccinale gestita da Poste Italiane per conto del Ministero della Salute. Avrebbe utilizzato le credenziali d'accesso del personale sanitario e avrebbe quindi inserito i dati relativi alla somministrazione del vaccino nei confronti degli altri indagati. Vaccini che in verità, avrebbero accertato i militari del Nas, non sarebbero mai stati somministrati. I fatti contestati sarebbero avvenuti tra la fine del 2021 e il 2022. Dal primo gennaio 2023 la Certificazione verde per il Covid-19 in tutta Italia non è più richiesta e dal primo giugno 2022 non è più necessaria nemmeno per l'ingresso in Italia da Paesi dell'Unione europea e da Stati terzi. Prima di allora però senza green pass si era praticamente tagliati fuori da qualsiasi attività. Senza la certificazione ottenuta con il vaccino o dopo essere guariti non si poteva partecipare alle feste per cerimonie civili e religiose, accedere a residenze sanitarie assistenziali o nelle sale di aspetto di pronto soccorso e reparti ospedalieri, non si poteva andare nei ristoranti, non si poteva assistere a competizioni sportive, si era esclusi anche dai concorsi pubblici; impossibile utilizzare anche i mezzi di trasporto.

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