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L’acqua a Pizzo manca anche d’inverno. "Nel centro storico servono le autobotti"

I continui guasti esasperano i residenti e fiaccano le attività economiche. Condotte abbandonate da 50 anni. Il sindaco: «Ci sarà una svolta»

La carenza idrica continua a generare disagi ed esasperazione tra i residenti. I rubinetti a secco sono diventati un problema ricorrente e la causa è purtroppo nota: la vetustà delle tubature, che tra l’altro si snodano in un sistema privo di mappatura. Gli interventi attualmente in corso sono circoscritti ad alcuni quartieri, tra cui via Tommaso Campanella, dove le tubature in zinco mostrano evidenti segni di degrado: tubature ammalorate che richiedono interventi urgenti. Tubi incrostati di ruggine stratificata che non ricordano sostituzioni e ora sono arrivati al limite. Basta aumentare la pressione dell’acqua per farli saltare. E per non farsi mancare nulla si ripropongono spesso anche perdite, dispersioni e guasti. Ma i napitini non ne possono più, sono esasperati, soprattutto dalla frequenza con cui va avanti il disservizio che non è più circoscritto all’estate (per via del surplus della popolazione) e continua a manifestarsi troppo spesso. Tuttavia, almeno ora conoscono lo stato dei tubi che trasportano il prezioso liquido.
La situazione era una bomba a orologeria pronta a esplodere mentre passava di mano in mano tra le diverse amministrazioni avvicendate. «Negli ultimi 50 anni - dice con rammarico il sindaco Sergio Pititto - di cosa si sono occupati? Abbiamo trovato un paese abbandonato; la città era in ginocchio dal punto di vista idrico e della depurazione. Già solo per questi aspetti si deve apprezzare l’azione della mia amministrazione, poiché segneremo una svolta. Stiamo mettendo mano a situazioni serie, e purtroppo è normale che si registri qualche disagio».

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