Depurazione e mare “verde”. Calabria al bivio: turismo o agricoltura?

La salute del mare vibonese è in miglioramento, tranne che nella zona di Pizzo. È quanto emerge dai dati diffusi durante il convegno “Dialogo sul mare” promosso dal Rotary Club. «Questa iniziativa - ha affermato il presidente del Rotary Club Vibo Valentia, Pasquale Barbuto - è finalizzata a conoscere lo stato di salute del nostro mare e a divulgare la cultura del rispetto ambientale, rendendo un pubblico tributo a chi si sta impegnando in tal senso». Sulla stessa scia i presidenti dei Rotary Hipponion (Eleonora Cannatelli), del Tropea (Giuseppe Romeo) e Nicotera Medma (Gianfranco Saccomanno), che si sono alternati durante i lavori, moderati dalla giornalista Rai Karen Sarlo. I risultati sono sostanzialmente rassicuranti e fanno ben sperare: il mare vibonese è molto più pulito e la convenzione tra la Stazione zoologica Anton Dohrn e la Procura di Vibo, stipulata 3 anni fa e prima in Italia, sta producendo significativi frutti.
Proprio il vicepresidente dell’Anton Dohrn, Silvio Greco, ha relazionato in maniera incisiva sullo stato del mare, spiegando il fenomeno dell’eutrofizzazione, meglio noto come “acqua verde”, che interessa il mare di Pizzo. Il problema è causato dai fertilizzanti impiegati nelle estese aree agricole che insistono nei pressi della costa e che, spesso, arrivano in mare, diventando nutrienti per le alghe che, pertanto, aumentano notevolmente. «Queste alghe - ha spiegato Greco - non sono nocive per l’uomo, ragion per cui le acque sono balneabili. È ovvio, però, che un mare verde non ispira i bagnanti, per cui a mio parere bisogna scegliere, nell’area in questione, se puntare sull’agricoltura o sul turismo balneare». E ancora, altri nodi riguardano la depurazione: il malfunzionamento o addirittura l’assenza di impianti depurativi in molti comuni costituisce una problematica rilevantissima. «In molti comuni non vi è nemmeno il collettamento», ha affermato Greco.