Mare “verde” a Vibo Valentia, i coltivatori non ci stanno: «Fatti passi da gigante verso il biologico»
Alla luce di quanto emerso dal confronto organizzato dal Rotary Club, incentrato sul tema “Dialogo sul mare”, al fine di analizzare il fenomeno dell’eutrofizzazione delle acque marine che interessa prettamente il tratto di mare vibonese, in particolare nell’area di Pizzo, Confagricoltura ha espresso preoccupazione e interesse per la risoluzione o contenimento del problema delle acque verdi. L’organizzazione degli agricoltori interviene col suo presidente provinciale, Ercole Massara, chiedendo un approccio collaborativo per trovare una soluzione condivisa, contestando però l'attribuzione di responsabilità esclusiva alla categoria agricola, ritenendo piuttosto necessario rilevare come il settore si sia evoluto aprendo sempre più al biologico. Nel corso dell'incontro in questione si sono confrontate sul tema due autorevoli personalità, il procuratore capo di Vibo, Camillo Falvo, e il biologo e vicepresidente della Stazione Zoologica Anton Dohrn, Silvio Greco; proprio quest’ultimo, parlando del fenomeno ha posto in evidenza il ruolo dei nitrati e fosfati, derivanti dalle attività agricole e industriali, nel causare un'eccessiva crescita di alghe nelle acque marine. Greco ha rilevato dunque quella che a suo parere è l’inconciliabilità, in alcune aree, di due settori trainanti dell’ecnomia, quali il turismo e l’agricoltura intensiva. Davanti all’ipotesi di questo “bivio” però, Massara interviene per tutelare la categoria. «Sicuramente il riscaldamento globale sta peggiorando il fenomeno che interessa anche le acque dolci - scrive il presidente di Confagricoltura - e per contrastare il problema sono necessari interventi che riducano gli afflussi di nutrienti ai corpi idrici», ricordando al riguardo la necessità della depurazione degli scarichi civili e industriali, i trattamenti delle acque di scolo, gli impianti di fitodepurazione e la riduzione dei fertilizzanti in agricoltura.