Nove condanne diventate definitive e un nuovo processo d'appello per altri 15 imputati il giudizio di terzo grado di rito abbreviato nato dalle inchieste unificate "Malapianta" e "Infectio" della Dda di Catanzaro. Lo ha sancito mercoledì sera la Corte di Cassazione. I giudici del Palazzaccio di piazza Cavour hanno così messo un primo sigillo sui due blitz portati a termine tra maggio e dicembre 2019 da Finanza e Polizia lungo l’asse San Leonardo di Cutro-Umbria che smantellò la cosca Mannolo-Zoffreo-Trapasso-Falcone che sarebbe stata capace di allungare i tentacoli fino a Perugia. Invece, il sostituto Luigi Giordano aveva chiesto alla Suprema Corte di confermare le 23 pene inflitte il 15 maggio 2023 dalla Corte d'appello di Catanzaro e di disporre un nuovo dibattimento di secondo grado per un solo accusato. Tra le condanne irrevocabili spiccano quelle a carico di Fiore Zoffreo, per lui 20 anni di carcere, Mario Mannolo, 19 anni e 3 mesi, e Giuseppe Mannolo, 19 anni e 9 mesi. Mentre per 10 persone i giudici di Catanzaro si dovranno pronunciare sull'aggravante della finalità mafiosa che viene loro contestata. Le indagini "Malapianta"-"Infectio" hanno raccontato che il clan capeggiato da Alfonso Mannolo (30 anni di carcere nell'appello di rito ordinario) non solo avrebbe vessato i villaggi turisti della costa ionica crotonese e catanzarese a colpi di usura ed estorsioni. Perché il locale di 'ndrangheta avrebbe pure esercitato un «controllo assoluto» del «mercato degli stupefacenti», soprattutto di cocaina ed eroina, al punto da non tollerare «alcuna autonomia sul territorio»