'Ndrangheta a Vibo, Imponimento: assolti i fratelli Stillitani. Rapporti di vischiosità, ma nessuna prova di accordi illeciti con il clan Anello
«Rapporti di vischiosità» in certi casi anche di «forte legame amicale», ma nessuna prova di accordi illeciti tra i vertici del clan Anello e importanti esponenti politici del territorio vibonese. È quanto si legge, in sintesi, nelle quasi 1.800 pagine di motivazioni della sentenza con cui il Tribunale di Lamezia Terme (Angelina Silvestri presidente, Maria Giulia Agosti e Gian Marco Angelini a latere) ha assolto 18 imputati e ne ha condannati 47 nell'ambito del processo scaturito dall'inchiesta Imponimento. Tra le assoluzioni eccellenti quelle di Francescantonio ed Emanuele Stillitani (il primo ex assessore regionale ed ex sindaco di Pizzo, entrambi imprenditori del settore turistico), accusati anche di concorso esterno e per i quali erano state chieste due condanne a 21 anni di reclusione. «Per quanto siano emersi – si legge nel documento - rapporti di vischiosità tra gli imputati e le cosche avuto riguardo alle modalità con cui detto rapporto è stato portato avanti dai medesimi, tanto non vale, tuttavia, ad integrare l’elemento della volontarietà, mancando del tutto il sinallagma nella fase genetica del menzionato rapporto contaminato dall’elemento della costrizione, manifestatosi con le condotte minatorie di cui si è detto e non essendovi dimostrazione certa oltre ogni ragionevole dubbio che gli Stillitani abbiano ricevuto utilità per le quali era intercorsa una precisa intesa con le consorterie criminali in questione». Secondo il Tribunale, l’intesa tra i due gruppi, perché si possa parlare di concorso esterno, «deve essere frutto di una libera scelta dell’imprenditore che decide di scendere a patti con le cosche per un suo ritorno favorevole per la propria attività. Deve, invece, escludersi tale qualificazione qualora riaccordo sia teso ad evitare nocumenti o a scongiurare un maggior danno». Il nodo centrale del processo a carico dei due fratelli Stillitani ruota attorno all'interrogativo se i due siano stati vittime delle cosche o al contrario complici mettendo a loro disposizione le loro attività nel settore turistico. Maggiori dettagli nell'edizione cartacea di domani in edicola