Gli inquirenti che indagano sul mercato parallelo degli alloggi popolari dell’Aterp sono convinti che gli indagati avrebbero avuto dei complici involontari. Il “sistema” illecito sarebbe potuto andare avanti anche grazie alle lacune e ai ritardi degli uffici dell’amministrazione comunale. Non responsabilità penali, ma gli investigatori e lo stesso gip nella sua ordinanza di custodia cautelare sottolineano una sorta di connivenza degli uffici comunali che ritardando adempimenti obbligatori e necessari hanno finito per agevolare il Sistema criminale. Insomma nessun illecito penale ma si potrebbe ipotizzare qualche responsabilità disciplinare e contabile per gli uffici comunali. È il caso delle pratiche per i cambi alloggio. Gli investigatori hanno raccolto un’intercettazione nel corso della quale una dipendente comunale spiega a Vincenzo Celi, ex dirigente Aterp ritenuto a capo del mercato illecito delle case popolari, che allo stato non era possibile autorizzare alcuna procedura di cambio alloggio attesa la mancanza della dedicata “Commissione cambio alloggi e mobilità”. Non essendoci la graduatoria non sarebbe stato possibile stilare una graduatoria degli aventi diritto. Da parte sua Celi nel corso del colloquio intercettato si mostra consapevole del fatto che era tutto fermo in questo ambito eppure insiste per mandare avanti la pratica.
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