Le indagini sulla grave vicenda delle minacce rivolte all’ex prefetto Paolo Giovanni Grieco e all’attuale commissario del Comune di Tropea Roberto Micucci, hanno preso una direzione precisa. E grazie all’ausilio delle telecamere hanno portato verso un amministratore di Filadelfia, attualmente raggiunto dalla misura dell’obbligo di dimora.
L’indagato è persona molto conosciuta ed ha rappresentato anche in passato l’Ente filadelfiese. Sulla vicenda ha proceduto la Squadra Mobile di Vibo che ha avviato subito le indagini. Il fatto risale a qualche mese fa, ma è emerso soltanto all’esito delle indagini, coordinate dal procuratore della Repubblica Camillo Falvo e svolte, come detto, dalla Squadra Mobile del capoluogo, culminate appunto con l’esecuzione della misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza, emessa dal Gip a carico dell’amministratore, al quale, in particolare, viene addebitato il reato di violenza o minaccia ad un corpo politico, amministrativo o giudiziario o ai suoi singoli componenti.
Il procedimento penale trae origine dalla trasmissione dello scritto contenente espressioni minacciose; e, per le risultanze investigative sarebbe stato proprio lo stesso, in persona, a recapitare la lettera contenente quelle minacce, per fortuna rimaste solo su carta. La missiva indirizzata a Micucci sarebbe stata recapitata infatti personalmente dall’indagato presso la Prefettura, in prossimità della data fissata per la riunione del Comitato per l’Ordine e la sicurezza pubblica dedicato all’esame delle risultanze dell’attività ispettiva di Filadelfia.
Ora i filadelfiesi, ancora increduli, sperano che lo stesso dimostri la sua estraneità rispetto al reato contestato.
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