La situazione del molo Pizzapundi rimane critica, ma impossibile da valutare se la tenuta del molo sia stabile o peggiorata, a causa della furia del mare che ne impedisce l’accesso.
Gli interventi annunciati tardano a decollare e, anche ieri, il sindaco Sergio Pititto e il responsabile dell’Ufficio tecnico comunale Nico Donato, hanno sollecitato la Regione, nonché tentato un sopralluogo. La preoccupazione cresce man mano che i giorni passano senza alcun aggiornamento positivo sui lavori ad appannaggio regionale: da mesi il primo cittadino sollecita, ma del motopontone, proveniente dalla Sicilia, continua a non esserci traccia.
La preoccupazione è elevata. Adesso c'è soltanto da aspettare e sperare che non si aggravi il danno. Il sindaco non dissimula preoccupazione perché resta elevata la vulnerabilità dell'opera, messa a dura prova nell'ultimo lustro: è del dicembre 2019 la prima “ferita”, quando crollò l'estremità del molo. L’allora Giunta Callipo dichiarò lo stato di calamità e l'anno successivo la Presidenza del Consiglio dei Ministri emanò un'ordinanza di Protezione civile assegnando al Comune 710mila euro per ricostruirla. Lavori eseguiti e collaudati; ma purtroppo nel novembre 2022, una mareggiata più violenta della precedente, dissolse completamente la “mantellata” di protezione del molo e, sparendo gli scogli, esso è rimasto “scoperto”.
Sotto l'amministrazione Pititto, è stato così redatto un progetto di fattibilità tecnico-economica da 795mila euro per la ricostruzione della mantellata; approvato a gennaio 2023 e trasmesso alla Protezione civile e alla Regione per ottenere finanziamenti. Per i lavori annunciati, la burocrazia ha rallentato il processo, ma durante l'ultima riunione, del 25 novembre, i referenti tecnici della Regione avevano garantito che i lavori sarebbero iniziati dopo l’Immacolata, però del motopontone non c’è traccia all’orizzonte.
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