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Tragedia di San Pietro a Maida, il vescovo di Lamezia: “Siamo caduti nello sconforto per Anna e Maria”

«La notizia della tragica morte di Anna e di Maria che ha fatto cadere nello sconforto le loro famiglie e le loro comunità di San Pietro a Maida e di Curinga, ha lasciato attoniti pure tutti noi». Lo scrive il vescovo di Lamezia Terme, Serafino Parisi, in riferimento all’incidente stradale avvenuto stamani nel Catanzarese, costato la vita a due ragazze di 18 e 17 anni. «In queste ore in cui il mondo intero attende la nascita del Bambino Gesù e l’apertura della Porta Santa che darà l’avvio alle celebrazioni del Giubileo, la Chiesa di Lamezia - scrive mons. Parisi - piange due sue figlie morte prematuramente in un drammatico incidente. A nome mio e della Chiesa lametina, esprimo vicinanza e preghiera alle loro famiglie dilaniate da un dolore immenso che è entrato prepotentemente nelle loro vite. Stanotte celebreremo l’Incarnazione del Figlio di Dio che «si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori» ed in questa notte il nostro pensiero e le nostre preghiere andranno a loro, ai loro cari, ai loro amici, ai loro affetti, come pure alle famiglie degli altri tre ragazzi rimasti feriti. Siamo certi: il Signore «asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più morte, nè lutto, nè lamento, nè affanno, perchè le cose di prima sono passate"». Intanto, purtroppo, continua il vescovo, «si continua a morire. La nascita del Salvatore ci dice che la nostra fragilità e la nostra caducità sono abitate dal Figlio di Dio che ha attraversato l’umano soffrire e che, se ancora la morte sembra spavaldamente vincere, la fede ci fa sperimentare - proprio nel baratro del dolore - la presenza e la vicinanza del nostro Redentore. Lo sussurro con tenerezza e convinzione e nel rispetto del grande dolore: la fede - conclude - può offrirci occhi rinnovati per contemplare con lo sguardo di Dio la triste realtà che, senza umanamente poterla comprendere, a noi si impone e particolarmente oggi ci invita a riflettere sul bene della vita e sul bisogno della sua custodia e della sua cura».

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