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Vibo, fine anno amaro per i precari Covid: niente rinnovo per infermieri e Oss

La protesta del personale sanitario davanti all’Asp e in Prefettura

Le rassicurazioni delle scorse settimane si sono rivelate vane. Nessun rinnovo dei contratti per 45 tra operatori socio sanitari e infermieri in forza all’Azienda sanitaria di Vibo Valentia. Si tratta, nello specifico, di 24 infermieri e 15 Oss che prestano servizio all’ospedale Jazzolino, più 6 infermieri che lavorano nel carcere, assunti in tempo di pandemia e oggi in scadenza di contratto. La situazione era emersa circa un mese fa, quando dalla Regione Calabria era stata comunicata all’Asp l’insistenza di 81 esuberi tra il personale sanitario: poi i primi mancati rinnovi dei contratti “trimestrali”, mentre per i cosiddetti “precari Covid” (quelli in argomento) le prospettive di rinnovo erano state espresse. La doccia fredda, però, è arrivata nella tarda mattinata di ieri, quando è trapelata la notizia della mancata sottoscrizione delle proroghe contrattuali.
Subito è scattata la protesta del personale sanitario davanti alla sede dell’Azienda sanitaria e le interlocuzioni tra i sindacalisti e uno dei commissari dell’Asp, Gianluca Orlando. Interlocuzioni che non sono andate a buon fine, non avendo rappresentato Orlando speranze di sottoscrizione di proroghe. Così la protesta si è spostata, nel pomeriggio, davanti alla Prefettura. La prefetta, Anna Aurora Colosimo, ha ricevuto i rappresentanti sindacali e una delegazione di manifestanti, spiegando di doversi interfacciare con la commissione dell’Azienda sanitaria per poter venire a capo della situazione. Insomma, un fine anno pessimo per i lavoratori del comparto sanitario vibonese, che rischiano seriamente di essere mandati a casa. «Siamo madri e padri di famiglia – hanno protestato gli infermieri e gli Oss – che da domani non sapremo più come andare avanti. Non chiediamo niente di straordinario, chiediamo solo che venga garantito il nostro diritto al lavoro. Non è giusto che, dopo anni di impegno e di abnegazione, ora ci vengano chiuse le porte in faccia.

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