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Catanzaro, la competitività in quattro punti

Identità tattica trovata, protagonisti iconici, adattamento finito dei nuovi e mente libera

Il senso della definizione va al di là della semplice battuta del direttore sportivo Ciro Polito: «Preferisco chiamarla consolidare la categoria invece di salvezza, che è un termine che mi piace meno», aveva spiegato dopo la vittoria contro la Salernitana. E in effetti “salvezza” piace meno un po’ a tutto l’ambiente giallorosso perché delimita il recinto a qualcosa di facilmente identificabile, cioè il bottino di punti (43-44) che dovrebbe consentire di rimanere in Serie B evitando la coda dei playout, anche soltanto all’ultima o alla penultima giornata.
Consolidare la categoria ha lo stesso obiettivo di fondo, ma nemmeno tanto nascosta nelle sue pieghe c’è l’idea di ottenerlo con meno affanni, dunque con qualche giornata d’anticipo, magari correndo fino alla fine per i playoff o andandoci di nuovo, come un anno fa, proprio perché “consolidare” abbraccia tante sfumature e in un campionato equilibrato come questo (escludendo le prime tre) ci sta tranquillamente un piazzamento utile per gli spareggi promozione. Un anno fa l’ottava classificata viaggiava un po’ più forte rispetto al ritmo attuale (era il Modena, con 28 punti in 19 giornate), quindi al Catanzaro va riconosciuto anche il merito di essere stato capace di inserirsi, col tempo e una crescita costante, all’interno del comunque consistente gruppo di aspiranti infilando la discesa del torneo (20 turni alle spalle, 18 davanti) con 27 punti e la sesta piazza.
Togliendo Palermo e Cremonese, almeno in linea teorica superiori, le Aquile hanno poco o nulla da invidiare alle altre, come ampiamente dimostrato sul campo, dove se la sono giocata alla pari con chiunque. E dove possono continuare a farlo per tanti motivi. Uno è tattico: la squadra ha ormai una sua identità e si esprime bene con il 3-5-2 e il 4-4-2 (o 4-2-4, o 4-2-3-1), come non faceva a inizio stagione. Non a caso la “pareggite” dei primi mesi è stata decisamente annacquata a dicembre, un mese con tre vittorie per nulla banali, una sconfitta (con lo Spezia) e la X nel derby.
Un altro è tecnico e riguarda i reduci di due anni trionfali: su Iemmello si potrebbe scrivere un libro (capocannoniere e trascinatore), sulla crescita evidente di Pontisso e Pompetti (tre gol a testa), valorizzati da Caserta, c’è poco da aggiungere se non applausi, così come per le conferme di Scognamillo e Brighenti, del Petriccione dell’ultimo mese e mezzo, di Situm o Biasci, che in un modo o nell’altro i suoi gol li segna sempre.
Il terzo è l’inserimento ormai avvenuto di diversi altri rinforzi arrivati l’estate scorsa: Compagnon, Pittarello, Buso saranno importanti anche D’Alessandro, Koutsoupias, Coulibaly e La Mantia in aggiunta ai due dal più immediato e ottimo impatto, Bonini e Pigliacelli. Senza dimenticare l’altro veterano Antonini: se fosse sempre lo stesso della gara con la Salernitana (e mercato permettendo) farà in ogni caso la differenza.
Quarto e ultimo aspetto: una volta «consolidata la categoria» il Catanzaro non avrà niente da perdere, più o meno come nella passata stagione. E lì ci sarà davvero da divertirsi, ancora di più perché in B non c’è nulla di scontato. E un tifo come quello giallorosso ce l’hanno in pochi.

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