Il Centro per la cura dell’autismo non riapre i battenti e tra i genitori dei soggetti sino a 18 anni d’età che lo frequentano scatta immediatamente l’allarme. La brutta notizia, infatti, corre veloce, di casa in casa. Un’assemblea pare sia stata già programmata per lunedì con l’obiettivo di definire i dettagli della protesta che dovrebbe prendere il via il giorno dopo. Il condizionale è d’obbligo perché sarebbero in corso interlocuzioni mirate a sbloccare la situazione. Così non dovesse essere, martedì, davanti alla sede dell’Asp, ultimamente parecchio frequentata, il comitato dei genitori farà sentire la propria voce. C’è, peraltro, in loro la rabbia accumulata nel corso del tempo per il clima di incertezza che accompagna la vita del Centro.
Ad ogni scadenza di progetto, infatti, c’è sempre la preoccupazione che ne venga meno il rinnovo costringendo il comitato dei genitori e l’Angsa (Associazione nazionale genitori persone con autismo) guidata dalla dinamica presidente Mary Naso ad adoperarsi in ogni direzione per evitare che i ragazzi sino a diciotto anni rimangano senza gli adeguati trattamenti. Sino a dicembre 2024, quella di Nicotera era l’unica struttura del Vibonese operativa. Dava, infatti, ospitalità a trenta ragazzi provenienti da più angoli del territorio provinciale, consentendo ai loro genitori di allentare la tensione. L’impegno dell’Angsa, peraltro, mira proprio a incrementare i Centri per l’autismo sulla scorta del fatto che nel Vibonese i soggetti bisognosi di assistenza specifica sono circa trecento.
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