L'obiettivo è uno solo: valutare quale impatto produce sulla salute umana la contaminazione delle aree ricomprese nel Sito di interesse nazionale di Crotone-Cassano-Cerchiara. Per questo, la Regione ha stanziato 225 mila euro per le Asp di Crotone (per la gran parte) e Cosenza.
All'Azienda sanitaria provinciale di Crotone sono stati assegnati 135 mila euro, mentre gli altri 90 mila euro a quella di Cosenza. Le somme, derivanti dal Piano nazionale degli investimenti complementari e dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, dovranno essere utilizzate nell'anno appena iniziato per realizzare due gruppi di azioni: la ricognizione dei dati disponibili e il consolidamento degli strumenti di sorveglianza epidemiologica.
Il Sin di Crotone-Cassano-Cerchiara, è stato istituito nel 2002 dall'allora ministero dell'Ambiente e riperimetrato nel 2017 includendo le zone di Crotone contaminate dal Cic (Conglomerato idraulico catalizzato). Nelle aree del Sito di interesse nazionale - per le quali è in stallo l'iter di bonifica da parte dell'Eni Rewind - sono presenti i residui della lavorazione industriale di tre stabilimenti dismessi: ex Pertusola (produceva zinco); ex Fosfotec (acido fosforico); ed ex Agricoltura (azotati, fosfatici, acido nitrico, acido solforico e oleum). Si spiega così la decisione del dipartimento regionale Salute e Welfare di finanziare una serie di studi per capire l'incidenza che ha avuto ed, eventualmente, continua ad avere sulla salute la presenza di queste aree contaminate.
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