Non vi è ancora l’ufficialità, ma da quanto trapela – e da quanto la realtà descrive – il nuovo piano del fabbisogno del personale redatto dalla preposta commissione dell’Asp non fa emergere esubero alcuno, anzi... tutt’altro. Viene confermato, così, quanto rilevato da più parti, ossia che il precedente piano relativo all’organico sanitario in forza all’Asp di Vibo Valentia non era corretto e che gli 81 esuberi tra infermieri e operatori socio-sanitari erano un abbaglio.
Il nuovo elaborato è attualmente sul tavolo dei commissari straordinari alla guida dell’Azienda sanitaria vibonese, ai quali i sindacati hanno chiesto un incontro alla luce dei nuovi dati. Si auspica, dunque, che si possa ripartire dall’ultimo piano per poter ridare concrete speranze ai 23 infermieri e oss “precari Covid” che non hanno ottenuto il rinnovo del contratto proprio perché considerati in eccedenza. Sì, è paradossale parlare di eccedenze nella sanità vibonese, ma così è stato, al punto che non solo sono rimasti senza lavoro decine di oss e infermieri, ma di fatto sono stati mandati in tilt gli ospedali. L’inasprimento della carenza di organico determinata dai mancati rinnovi contrattuali, infatti, ha provocato il blocco dei ricoveri nel reparto di Medicina dell’ospedale “Jazzolino” di Vibo, il caos nel Pronto soccorso e grossi disagi nei nosocomi di Serra San Bruno e di Tropea.
Ma da rilevare è anche un altro elemento: se le criticità della sanità vibonese sono arcinote, perché il precedente piano del fabbisogno, dal quale emergeva un gran numero di esuberi, non è stato attenzionato per tempo? Eppure il paradosso era lampante. È stato necessario che la situazione precipitasse, che 23 persone perdessero il lavoro e che gli ospedali collassassero, per rendersi conto che i dati comunicati non rispecchiavano la realtà. Ma tant’è.
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