Il Tribunale di Crotone ha condannato i due imputati, padre e figlio di Cirò Marina, finiti a processo per una vicenda scaturita dallo speronamento di un'auto avvenuto a dicembre 2023 a Torretta di Crucoli. Così ha deciso il collegio giudicante presieduto da Michele Ciociola. Il quale ha inflitto 8 anni di carcere ad Antonio Ruggiero, riconoscendolo responsabile di tentato omicidio e l'hanno assolto dall'accusa di stalking che gli veniva contestata. Mentre al genitore Michele Ruggiero sono stati comminati 10 mesi di reclusione per intralcio alla giustizia. Una sentenza che ha rispecchiato in buona parte le richieste avanzate dalla pubblico ministero Rosaria Multari, che aveva sollecitato 10 anni di detenzione per il giovane e 2 anni di carcere per il padre. Antonio Ruggiero, come ricorderà, era stato arrestato il 6 febbraio 2024 dai carabinieri nell'ambito di un'operazione che aveva coinvolto anche un minore cirotano ristretto, a sua volta, in una comunità di accoglienza. Il ragazzo, come ricostruito dagli inquirenti, avrebbe inseguito sulla Strada statale 106 e successivamente speronato la "Volkswagen Polo" guidata dalla vittima, un 20enne di Cariati, al punto da mandarlo fuori strada e facendolo ribaltare dentro la sua stessa auto all'altezza di Torretta di Crucoli. La vicenda risale alla notte del 24 dicembre di due anni fa, quando i militari dell'Arma intervennero per un incidente a Crucoli nel corso del quale lo sventurato riportò un «trauma con contusioni multiple» giudicati guaribili in cinque giorni. Da qui presero piede gli accertamenti degli investigatori per capire le cause che provocarono il sinistro stradale. Con la vittima che, ascoltata più volte, riferì che era stata inseguita fino a Torretta di Crucoli dai due ragazzi a bordo di una "Fiat Panda" al culmine di un diverbio avuto per futili motivi a Cirò. In pratica, la sera della vigilia di Natale, il 20enne cariatese venne contattato dalla sorella per raggiungerla in quanto Antonio Ruggiero, il suo fidanzatino di allora, era intenzionato a picchiarla perché convinto che si fosse ubriacata. La vittima si recò a Cirò per incontrare Antonio Ruggiero che si presentò all'appuntamento-trappola col minore. Quest'ultimo cercò di scagliarsi contro il malcapitato impugnando una tenaglia, mentre Antonio Ruggiero creava una sorta di "ring" attorno a lui con la vettura per evitare che scappasse. Ma lo sventurato si difese con un bastone che aveva con sé e aggirò l'aggressione per poi darsi alla fuga a bordo della "Polo" verso Cariati. Però il malcapitato venne raggiunto dal minorenne e da Antonio Ruggiero che conduceva la “Panda” al punto da farlo ribaltare. E in questo contesto, figura anche la posizione di Michele Ruggiero che, all'indomani del violento sinistro, avrebbe contatto «persone di Cariati - stando alla Procura di Crotone - per convincere» la vittima «a ritirare la querela e interrompere il procedimento penale» a carico del figlio.
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