Cinque condanne ed un'assoluzione. Così ha deciso ieri il Tribunale di Crotone nei confronti dei sei imputati accusati della morte di Maurizio Manica, il paziente 61enne trovato senza vita il 19 giugno 2019 nella clinica privata “Casa giardino” di Cotronei dov'era ricoverato. Il giudice Giuseppe Collazzo ha inflitto pene da 3 anni e 7 mesi di carcere a 1 anno e 6 mesi di reclusione nei confronti di medici, infermieri e operatori socio-sanitari ritenuti responsabili di una serie di condotte negligenti che avrebbero portato al decesso della vittima. Invece, il pubblico ministero Pasquale Festa al termine della requisitoria del 20 settembre 2024 aveva chiesto quattro condanne e due assoluzioni. Come ricostruito dalla Procura di Crotone che ha coordinato le indagini condotte dai carabinieri, Maurizio Manica, affetto da sindrome di Down, morì soffocato in quanto rimase incastrato tra le fasce di contenzione (che hanno lo scopo di limitare i movimenti volontari della persona per impedire che si rechi danno) con le quali, tra le 19.30 e le 7, era stato assicurato al letto. Sebbene - stando alla tesi degli inquirenti - l’impiego della «triplice cintura di contenzione» per tenere il paziente «bloccato» nel letto della sua stanza «non era giustificato da presupposti clinici, circostanziali ed emergenziali», in quanto il 61enne non era un paziente psichiatrico. A luglio 2023, il giudice Collazzo dispose una nuova perizia medico-legale per fare luce sulla morte del malcapitato.