Giudizio immediato (dunque senza udienza preliminare) per i quattro indagati per il ferimento al polpaccio di un giovane argentino, J. L., 28 anni, all’indirizzo del quale, la sera di Natale di due anni addietro (2023), a Sorianello, erano stati esplosi diversi colpi di pistola, tre per l’esattezza, mentre tentava di raggiungere la sua abitazione e poi la camera da letto. Il tutto dopo una lite per futili motivi avvenuta nei pressi di un bar del paese.
Vanno dunque direttamente a processo Michele Idà, 28 anni, Nazzareno Emanuele, 20 anni, Angela Vono, 45 anni, difesi tutti dall’avvocato Giuseppe Di Renzo e Giulio Nardo, 21 anni, difeso dall’avvocato Giuseppe Orecchio. Svariate le accuse di cui gli imputati dovranno rispondere dinanzi al Tribunale di Vibo. Nella fattispecie, Michele Idà, Nazzareno Emanuele e Giuliano Nardo, tutti attualmente detenuti agli arresti domiciliari, rispondono, in concorso tra loro, di lesioni personali aggravate, porto e detenzione illegale di arma da fuoco, esplosione di colpi d’arma da fuoco, ricettazione, violazione di domicilio e danneggiamento.
Quanto ad Angela Vono, invece, attualmente a piede libero, è accusata di detenzione e porto illegale di arma da fuoco, oltre che di ricettazione. Il grave episodio - in relazione al quale, il gip del Tribunale di Vibo Rossella Maiorana parla di “totale spregiudicatezza” dell’azione da parte dei presunti responsabili – sarebbe stato inoltre ripreso da una telecamera di videosorveglianza, installata non lontano dalla casa della vittima. Telecamera che avrebbe permesso di riprendere, con dovizia di particolare, le fasi cruciali dell’aggressione. In tal senso, le indagini, eseguite dai carabinieri della sezione scientifica, avrebbero consentito di individuare proiettili e tracce di sangue, riconducibili all’agguato in piena regola, iniziato al bar e proseguito nell’abitazione del giovane argentino che denunciò l’accaduto.
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