Tutto da rifare. Il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha indetto per il 28 gennaio una nuova conferenza dei servizi decisoria per modificare il decreto n. 27 col quale, il primo agosto 2024, ha approvato il progetto stralcio del Pob Fase 2 presentato da Eni Rewind. Il Piano operativo di bonifica prevede che la società del gruppo Eni rimuova la discarica fronte mare ex Pertusola e metta in sicurezza le aree interne ex Pertusola Nord ed ex Agricoltura. In che modo? Da un lato - stando al progetto originario - smaltendo i rifiuti pericolosi, privi di Tenorm e amianto, dell’ex area industriale di Crotone nell’impianto di Columbra; dall’altro conferendo le scorie non pericolose nelle discariche dislocate tra Sicilia, Puglia e Basilicata. Ma il provvedimento varato cinque mesi fa adesso dovrà essere riesaminato e rivisto alla luce di due aspetti che sono emersi nelle scorse settimane: l’individuazione da parte dell’azienda amministrata da Paolo Grossi di quattro discariche tra la Germania e la Svezia dove portare - tra sette mesi circa - le sostanze pericolose del Sin di Crotone; e poi l’ipotesi di utilizzare via Avogadro come alternativa alla chiusura di via Leonardo da Vinci per soddisfare le esigenze di viabilità quando, nel 2028, i lavori di risanamento ambientale porteranno all’interdizione della strada consortile. «Le sopravvenienze», scrive la dirigente del dicastero Luciana Distaso nella lettera di convocazione della conferenza dei servizi, in merito «alla strada di emergenza e all’esito dello scouting (ricerca, ndc) di discariche all’estero giustificano il riesame del quadro prescrittivo del decreto». Gli enti e le amministrazioni che prenderanno parte alla riunione che si terrà nella sede del Mase a Roma saranno chiamati ad esprimersi sull’aggiornamento del provvedimento ministeriale. In questo modo, è quindi tramontato il proposito di Eni Rewind di avviare tra quattro giorni gli scavi per rimuovere i rifiuti pericolosi e non pericolosi dai siti contaminati.