Catanzaro, Crotone, Vibo

Venerdì 17 Gennaio 2025

Inchiesta sull’Università di Catanzaro, una talpa per conoscere gli atti e le “pressioni” sui testimoni

Roma, 25 ago. (askanews) - L'ufficio dello sceriffo della contea di Fulton (Georgia) ha diffuso una foto segnaletica di Donald Trump scattata nel carcere di Atlanta durante la schedatura dell'ex presidente Usa, rilanciata dalla CNN. È una fotografia storica: nessun presidente Usa o ex era mai stato immortalato in una foto segnaletica. Trump è rimasto in carcere per circa 20 minuti, quindi è tornato all'aeroporto internazionale Hartsfield-Jackson di Atlanta. Secondo i media Usa, dai registri del carcere risulta che "Trump è alto 1 metro e 80 centimetri e pesa 97 chili; ha gli occhi azzurri e 'i capelli biondi o color rame'". Lo sceriffo della contea di Fulton, Patrick Labat, ha confermato che a Trump (come agli altri imputati che si sono già costituiti) è stata scattata una foto segnaletica: non era mai successo ad un ex presidente Usa. "Non ho fatto nulla di male", ha detto l'ex presidente brevemente ai giornalisti tornato all'aeroporto di Atlanta. Trump ha descritto il processo penale contro di lui come "una parodia della giustizia. Abbiamo ogni singolo diritto di sfidare una scelta che riteniamo disonesta", ha detto. Ha anche affrontato la questione delle altre cause penali pendenti contro di lui, dicendo: "Questo è un caso, ma ci sono altri tre casi. Questa è un'interferenza elettorale. Questo è il loro modo di fare campagna elettorale". The Donald è quindi risalito a bordo del suo jet privato, con il quale tornerà al suo golf club di Bedminster, nel New Jersey.

Pressioni sui testimoni, tentativi di falsificare i documenti e addirittura una “talpa” capace di riferire sulle carte in mano agli investigatori. È il quadro che emerge dagli atti dell'inchiesta sui presunti illeciti nella gestione dei laboratori dell'Università di Catanzaro che ha portato undici persone agli arresti domiciliari. Secondo l'accusa una vera e propria associazione a delinquere avrebbe operato per anni all'interno dell'ateneo Magna Graecia. Al vertice dell'organizzazione vi sarebbe stato proprio l'allora rettore Giovanbattista De Sarro. Gli inquirenti sono convinti che proprio l'ex magnifico potesse contare su “entrature” che gli avrebbero consentito di venire a conoscenza di atti coperti dal segreto istruttorio. A dimostrarlo sarebbe un particolare contenuto in una delle centinaia di intercettazioni effettuate dalla Guardia di Finanza. Dialogando con il professore Domenico Britti, anche lui finito agli arresti domiciliari, De Sarro fa capire di conoscere l'identità dell'autore della denuncia che ha fatto scattare gli accertamenti. Eppure almeno fino a quel momento in nessuno dei provvedimenti dell'autorità giudiziaria notificati agli indagati, era stato riportato il nome del denunciante. Ma non solo. De Sarro e il suo cerchio magico erano ben coscienti delle persone che la Guardia di Finanza stava interrogando per ottenere riscontri alle ipotesi investigative. La Procura parla di pressioni e tentativi di inquinare il quadro probatorio. Una delle ricercatrici ascoltate dagli inquirenti ha raccontato che mentre era in sala d'attesa nella caserma della Finanza era stata contattata dalla docente Rita Citraro (anche lei arrestata mercoledì). Le avrebbe chiesto un incontro urgente. Quel pomeriggio stesso la ricercatrice si incontrava con la professoressa. Quest'ultima era interessata a conoscere quali altri colleghi erano stati convocati e se le erano stati chiesti dettagli sulle procedure sperimentali, in particolare, sui sacrifici degli animali, nonché sul trasporto degli animali stessi.

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