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Paziente colpito da infarto: a Soveria Mannelli storia a lieto fine

Roma, 25 ago. (askanews) - L'ufficio dello sceriffo della contea di Fulton (Georgia) ha diffuso una foto segnaletica di Donald Trump scattata nel carcere di Atlanta durante la schedatura dell'ex presidente Usa, rilanciata dalla CNN. È una fotografia storica: nessun presidente Usa o ex era mai stato immortalato in una foto segnaletica. Trump è rimasto in carcere per circa 20 minuti, quindi è tornato all'aeroporto internazionale Hartsfield-Jackson di Atlanta. Secondo i media Usa, dai registri del carcere risulta che "Trump è alto 1 metro e 80 centimetri e pesa 97 chili; ha gli occhi azzurri e 'i capelli biondi o color rame'". Lo sceriffo della contea di Fulton, Patrick Labat, ha confermato che a Trump (come agli altri imputati che si sono già costituiti) è stata scattata una foto segnaletica: non era mai successo ad un ex presidente Usa. "Non ho fatto nulla di male", ha detto l'ex presidente brevemente ai giornalisti tornato all'aeroporto di Atlanta. Trump ha descritto il processo penale contro di lui come "una parodia della giustizia. Abbiamo ogni singolo diritto di sfidare una scelta che riteniamo disonesta", ha detto. Ha anche affrontato la questione delle altre cause penali pendenti contro di lui, dicendo: "Questo è un caso, ma ci sono altri tre casi. Questa è un'interferenza elettorale. Questo è il loro modo di fare campagna elettorale". The Donald è quindi risalito a bordo del suo jet privato, con il quale tornerà al suo golf club di Bedminster, nel New Jersey.

Non tutte le storie che hanno per protagonista la sanità calabrese finiscono male, ma ciò sembra accadere più per volere di un fato benevolo che per le reali condizioni in cui sono costretti a lavorare gli operatori sanitari, afflitti da storiche carenze e discutibili modalità organizzative. Era andata male alcuni giorni fa al 48enne di San Giovanni in Fiore deceduto per un infarto durante il trasporto in ambulanza dopo ore d’attesa in Pronto soccorso, e sul suo caso si sta ancora indagando.
È andata decisamente meglio a G.S., settantenne di Scigliano, che è sopravvissuto a un infarto severo. Nel suo caso tutto è andato per il verso giusto, grazie al Pronto soccorso dell’ospedale del Reventino e soprattutto alla prontezza del fratello che ha saputo interpretare i sintomi del potenziale infarto e ha agito di conseguenza: lo ha messo in macchina ed è partito alla volta dell’ospedale sito a Soveria Mannelli. Lungo la strada ha avuto anche la lucidità di chiamare il servizio 118 per avere conferma se ciò che stava facendo era la cosa giusta. Gli sono state prospettate due alternative: l’invio di un’ambulanza su ruote, ma ormai era a pochi chilometri dalla meta e si sarebbe solo perso del tempo, o di un’eliambulanza, con tutte le incognite del caso, visto che si era ormai al tramonto e l’eventuale atterraggio in un’area non predisposta avrebbe potuto presentare delle criticità. La soluzione migliore, che poi si è rivelata quella giusta, era a quel punto proseguire in auto fino al Pronto soccorso più vicino. Una volta a destinazione, il paziente è stato stabilizzato come da protocollo e a questo proposito i familiari non si stancano di lodare la tempestività e l’umanità con cui il caso è stato trattato. Fatto ciò, si poneva il problema del trasporto a Catanzaro, dove avrebbe dovuto subire un intervento di angioplastica con applicazione di alcuni stent. Ma non essendo l’ambulanza medicalizzata si è dovuto attendere che ne arrivasse una da Lamezia. Quindi, una strada di montagna per raggiungere Soveria, con l’attraversamento del Passo di Acquabona, a oltre 1000 metri, in un periodo in cui non mancano le nevicate, e una strada di montagna, la vecchia Statale 19 delle Calabrie, per raggiungere Catanzaro con il paziente a bordo: in tutto quasi 80 km di curve, fondi dissestati, rischio di frane e di trovare ghiaccio e neve. Ma come si è già detto, tutto è andato per il meglio e una vita è stata salvata.

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