Crotone, finirà davanti al Tar la diffida sullo stop alla bonifica

È muro contro muro tra Eni Rewind e Regione. Ieri la società dell'Eni ha reso noto che chiederà al Tar della Calabria di annullare la diffida con la quale, il 14 gennaio, la Cittadella di Catanzaro ha intimato sia alla multinazionale a non avviare la rimozione dei rifiuti pericolosi e non pericolosi dall'ex area industriale di Crotone; e sia alla Sovreco a non ricevere le scorie pericolose senza Tenorm e amianto nella sua discarica di Columbra.
La presa di posizione dell'impresa amministrata da Paolo Grossi è scaturita dal mancato avvio, nella giornata di ieri, degli scavi nelle zone contaminate dopo le diffide di Regione, Provincia e Comune di Crotone. Secondo i quali occorre rispettare il Provvedimento autorizzatorio unico regionale (Paur) che dal 2019 vieta di conferire i rifiuti pericolosi del Sin di Crotone in impianti calabresi. Da qui la decisione dell'azienda della famiglia Vrenna di non sottoscrivere il contratto col Cane a sei zampe per consentirgli di smaltire 50 mila tonnellate di sostanze pericolose. La nota della Sovreco, scrive Stefano Lifone, program manager di Sicilia e Calabria, «conferma che la diffida della Regione Calabria (e degli altri enti) impedisce a Eni Rewind di adempiere agli obblighi di bonifica e, in particolare, di avviare gli scavi il 20 gennaio 2025».
E «per tale ragione - prosegue la missiva - Eni Rewind conferma che sta avviando alla notifica l’impugnazione avanti al Tar contro l’atto regionale». Ma non solo. Sotto la lente di Eni Rewind è finita pure la nuova conferenza dei servizi decisoria indetta per il 28 gennaio dal ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica per modificare il decreto n.27 col quale, il primo agosto 2024, è stato approvato il progetto stralcio del Pob Fase 2 di Eni Rewind.