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Girifalco, il pentito Ielapi: mia l’idea di dar fuoco all’auto dell’assessore

In carcere per estorsione, il 50enne (collaboratore di giustizia da giugno scorso) fa luce sull’intimidazione a Scollato. Alla pm Rizza ha raccontato proprio com’è nata l’idea di incendiare la vettura

È un fiume in piena Sandro Ielapi, 50 anni, di Girifalco, in carcere per l’estorsione commessa nei confronti di un ristoratore dello stesso centro. Arrestato nell’ambito dell’operazione Scolacium, contiguo alla cosca Catarisano, radicata a Roccelletta di Borgia, ma operante anche nel territorio di Girifalco, Ielapi dal mese di giugno scorso ha saltato il fosso e ha deciso di collaborare con la Dda di Catanzaro. Le sue dichiarazioni sono state depositate agli atti del processo scaturito dall’inchiesta Scolacium, svelando i retroscena degli eventi criminali avvenuti nel comprensorio negli ultimi anni, l’egemonia delle cosche di Roccelletta di Borgia e Vallefiorita, il ruolo dei luogotenenti che hanno retto le sorti delle due consorterie dopo che l’operazione Johnny ne aveva decapitato i vertici.

In carcere, al pubblico ministero Debora Rizza, ha riferito fatti e circostanze, auto-accusandosi di alcuni delitti, come l’incendio dell’autovettura dell’assessore del Comune di Cortale Danilo Scollato. L’episodio, riportato anche dalla stampa, risale al 2017 e fu reso noto dallo stesso amministratore. Nel verbale, che contiene molti omissis, Ielapi racconta agli inquirenti l’esecuzione di quell’incendio.

«Con riguardo all’incendio dell’autovettura di Scollato - dichiara il pentito - voglio specificare che (omissis) non mi ha chiesto di bruciare la macchina, ma semplicemente di fargli un dispetto, o comunque di intimorirlo, per cui l’idea di incendiare il veicolo è stata mia».

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