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L'inchiesta sull'Umg di Catanzaro: rigettate le richieste di interdizione per quattro indagati

Sono state rigettate le richieste di interdizione per quattro indagati nell’inchiesta sulle sperimentazioni animali all'Università Magna Grecia di Catanzaro. Era stata la Procura a chiedere l’interdizione per i professori dell’Umg Daniele Torella, ordinario di Malattie dell'Apparato Cardiovascolare, Vincenzo Mollace, ordinario di farmacologia e tossicologia, Luca Gallelli finito sotto inchiesta in qualità di membro della commissione per il concorso di ammissione alla scuola di specializzazione in Farmacologia e Tossicologia Clinica.

Gli indagati, che hanno contestato le accuse mosse dalla Procura portando all’attenzione del gip anche alcuni documenti, erano assistiti dagli avvocati Salvatore Staiano, Giuseppe Pitaro, Vittorio Ranieri, Nunzio Raimondi, Giuseppe Mussari.

I legali di Torella: "Puntualizzata l'assoluta estraneità all'addebito"

Il Gip del Tribunale di Catanzaro, Sara Merlini, ha rigettato la richiesta di misura interdittiva nei confronti del prof. Daniele Torella, ordinario di Cardiologia nell’Università di Catanzaro e direttore dell’Unità operativa complessa di Cardiologia dell’Azienda ospedaliero-universitaria «Dulbecco» del capoluogo calabrese, richiesta nei giorni scorsi nell’ambito dell’operazione che aveva portato all’esecuzione di diverse misure cautelari nell’ambito di un’inchieste su presunti episodi di corruzione. Ne da notizia l’avvocato Nunzio Raimondi, difensore di fiducia del prof. Torella il quale ultimo, durante l’interrogatorio svoltosi ieri, ha esposto al giudice la propria versione dei fatti. Il Pm Saverio Sapia, aveva richiesto l’applicazione della misura interdittiva della sospensione dall’attività accademica e professionale del cattedratico per la durata di un anno. Il difensore del prof. Torella aveva richiesto il rigetto della misura interdittiva. Con l’ordinanza odierna il giudicae ha ritenuto: «escludersi la gravità indiziaria ... nei confronti di Torella Daniele; la versione dei fatti resa da quest’ultimo nel corso dell’interrogatorio di garanzia, - scrive il gudice - infatti, può ritenersi idonea ad introdurre una versione alternativa dei fatti verosimile e che, come tale, elide la sussistenza della gravità indiziaria». Soddisfazione è stata espressa dall’avvocato Raimondi, il quale ha dichiarato: «Grazie alla tempestività dell’interrogatorio di garanzia, l’indagato ha avuto modo di puntualizzare la propria assoluta estraneità all’addebito. Quanto consente di ritenere chiarita, in fatto ed in diritto, la posizione del cattedratico in relazione all’accusa mossagli. Ciò che varrà ad escludere anche per il futuro, la ritenuta fondatezza dell’accusa per insussistenza della gravità indiziaria. Da ultimo - lamenta il legale - duole rilevare che la diffusione mediatica degli addebiti abbia gravemente ed ingiustificatamente leso l’immagine ed il prestigio, accademico e professionale, di uno scienziato di gran valore come riconosciuto a livello internazionale per la propria attività di ricerca e per le importanti pubblicazioni».

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