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Cresce l’illegalità negli enti pubblici. Il procuratore Capomolla: “Permeabilità e inefficienza favoriscono la criminalità”

In aumento i reati contro la pubblica amministrazione come corruzione, concussione, peculato e turbativa d’asta

Cresce la pressione “criminale” sulle pubbliche amministrazioni catanzaresi. È quanto emerge dai dati allegati alla relazione della presidente della Corte d'Appello di Catanzaro, Concettina Epifanio, per l'inaugurazione dell'anno giudiziario. Rispetto all'anno precedente sono in aumento praticamente tutte le tipologie di reati contro la Pubblica amministrazione. In un solo anno si sono registrate complessivamente 94 nuove iscrizioni (di cui 69 per la competenza circondariale e 25 per la competenza distrettuale). Un dato che deve far riflettere e che è stato sottolineato dal procuratore facente funzioni Vincenzo Capomolla: «Le manifestazioni di illegalità inizialmente riconducibili alla competenza della Procura Ordinaria, favoriscono l’attività della criminalità organizzata e ne costituiscono la premessa.» «Basta pensare – sono ancora le parole del procuratore Capomolla – ai reati contro la pubblica amministrazione ed a quelli spesso connessi riguardanti la materia urbanistica, la tutela dell’ambiente, la sanità e gli appalti pubblici. Si tratta di settori delle istituzioni in cui la ‘ndrangheta ha saputo infiltrarsi, dimostrando una enorme capacità di sfruttare, a proprio vantaggio, l’inefficienza, la permeabilità e la corruzione degli apparati pubblici».
Entrando nello specifico sono stati 26 i procedimenti aperti per peculato (21 erano state le iscrizioni nel periodo precedente). In crescita anche le ipotesi di corruzione (21 a fronte delle 20 dell’anno precedente). Ancora dieci i procedimenti per concussione e sono passati da 19 a 21 quelli per turbata libertà degli incanti. In aumento anche i procedimenti iscritti per indebite percezioni e/o richieste di finanziamenti pubblici e comunitari: dai 22 del precedente anno si è passati ai 31 del periodo in esame.

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