Catanzaro, Crotone, Vibo

Giovedì 30 Gennaio 2025

Bonifica dell’ex area industriale di Crotone: avanti tutta sui rifiuti non pericolosi

Da un lato il sollecito a Eni Rewind ad avviare la bonifica dell’ex area industriale di Crotone rimuovendo i rifiuti non pericolosi. Dall’altro la volontà di smaltire le scorie pericolose, senza Tenorm e amianto, nelle discariche di Germania e Svezia e non nell’impianto di Columbra nel rispetto del Provvedimento autorizzatorio unico regionale. Si possono sintetizzare così le decisioni adottate ieri dal ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica. Che, al termine della Conferenza dei servizi decisoria, ha sospeso il decreto n. 27 del primo agosto 2024 col quale è stato approvato il progetto stralcio del Pob Fase 2 nella parte in cui autorizzava la società dell’Eni a utilizzare il deposito preliminare D15 per stoccarvi le sostanze pericolose prima di conferirle nella struttura di Sovreco. Il Piano operativo di bonifica prevede che la multinazionale rimuova la discarica fronte mare ex Pertusola e metta in sicurezza le zone interne ex Pertusola Nord ed ex Agricoltura. In che modo? Secondo il proposito originario, portando i rifiuti pericolosi nell’impianto di Columbra e trasferendo le scorie non pericolose nei cinque impianti fuori Calabria. Ma nel corso della riunione, la contrarietà confermata da Regione, Provincia e Comune di opporsi allo smaltimento “in loco” ha indotto il direttore generale del Mase, Luca Proietti, a rivedere quanto stabilito 5 mesi fa. Da qui la scelta del dicastero di mettere da parte il ricorso alla discarica di Crotone dove smaltire i rifiuti pericolosi che, nei prossimi mesi, dovranno trovare spazio - come sostenuto dai tre enti locali - nei quattro impianti esteri. Una presa di posizione, che verrà spiegata nei dettagli con la notifica dell’atto, che però non ha trovato d’accordo l’amministratore delegato di Eni Rewind, Paolo Grossi. Il quale, nel ribadire la necessità di ricorrere al sito di Columbra, ha contestato la proposta del ministero alla luce delle difficoltà di trattare le scorie pericolose eventualmente rintracciate durante gli scavi.

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