Il vero sindaco di Badolato sarebbe stato l'imprenditore Antonio Paparo che oltre a ospitare nella sede della sua azienda la latitanza del boss Cosimo Damiano Gallace sarebbe stato il “regista” delle elezioni farsa tenutesi nel 2021. E così, secondo gli inquirenti, avrebbe tenuto in pugno, sin dall’inizio, la nuova amministrazione comunale, imponendo gli assessori da nominare, gli incarichi da affidare, gli appalti da gestire e arrivando in più occasioni a minacciare i componenti del Consiglio Comunale che non si fossero piegati ai suoi desiderata. Sarebbe stato proprio Paparo infatti a “costruire” la lista civetta che ha consentito al sindaco Nicola Parretta di essere eletto con oltre il 90% delle preferenze.
La presenza della seconda lista sarebbe stato solo un escamotage, un'apparente scelta democratica in realtà dettata dalla necessità di evitare l'annullamento delle elezioni se fosse andata a votare meno della metà degli aventi diritto. Paparo avrebbe prima convinto Parretta a ricandidarsi dopo che nel 2014 la sua amministrazione era stata sciolta dopo l'inchiesta Itaca Free Boat. Sempre l'imprenditore avrebbe poi formato la lista civetta guidata da Ernesto Maria Menniti. Le intercettazioni hanno svelato i continui contatti tra Paparo e i due candidati a sindaco e l'intervento in extremis dell'imprenditore per completare la lista trovando sostituti per chi aveva rinunciato. Un'elezione decisa a tavolino, tanto che Paparo viene sentito festeggiare la vittoria ancor prima dell'apertura delle urne. Per gli inquirenti nelle settimane precedenti al voto si sarebbe attivato per raccogliere voti sfacendo leva sulla forza di intimidazione della cosca spiegando anche che sarebbe stato pronto a bruciarli tutti se non avessero votato.
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