
Un quadro desolante quello che emerge dall’operazione “Ostro”, scattata all’alba di mercoledì scorso che ha decapitato i vertici dell’amministrazione Parretta, ritenuta dagli inquirenti completamente asservita al volere di Antonio Paparo, l’ imprenditore considerato espressione della cosca Gallace di Guardavalle.
Nella compagine amministrativa Paparo aveva inserito come avamposti del suo potere criminale il figlio Maicol Paparo e Antonella Giannini, moglie di Giuseppe Fiorenza, anch’egli arrestato nella retata dei carabinieri del Comando provinciale di Catanzaro e del Ros.
Le conversazioni captate dagli inquirenti fra gli indagati denotano la loro idea di controllo della cosa pubblica, anche attraverso la prevaricazione nei confronti degli altri componenti della Giunta e del Consiglio non allineati al loro volere. Al centro di un dialogo particolarmente acceso fra Paparo, Giannini e Fiorenza, il ruolo ricoperto all’interno dell’amministrazione dall’assessora alle Politiche sociali Pia Russo (estranea all’inchiesta). Nel 2022, pochi mesi dopo l’insediamento dell’amministrazione Parretta, Paparo si recava a casa di Fiorenza, dove la moglie, all’epoca assessora all’Istruzione, si lamentava con l’imprenditore della poca considerazione che a lei veniva riservata da parte degli altri componenti della Giunta e in particolare dalla Russo, “rea”, secondo la Giannini, di tenere un comportamento tale da oscurare la sua figura, finalizzato anche ad escluderla dall’attività politica.
Giannini aveva riferito a Paparo di aver parlato della situazione sia al sindaco Nicola Parretta che al vice Ernesto Menniti. L’imprenditore le ribadiva la sua “protezione” e le suggeriva il comportamento da tenere nei confronti della Russo. «Tu devi “tagliare” con Pia…la devi fare strisciare a terra – le spiegava – tu mi vuoi ascoltare? Se mi ascolti ti troverai bene, altrimenti ti prenderanno a calci, non ti prendono che poi…dobbiamo intervenire..».

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