Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Il Basso Ionio catanzarese conta i danni dopo le piogge

Frane e allagamenti ovunque, l’ultima ondata di maltempo ha messo a nudo un territorio già fragile. Mancata allerta e progetti mai finanziati: Stalettì e Montepaone sott’acqua come nel 2022

Strade crollate, frane, fango e detriti davanti i portoni delle case. Il nubifragio di domenica riporta alla luce le fragilità già note di un territorio che sprofonda ancora una volta nel baratro. La macchina della prevenzione non funziona: dall’allerta meteo che ha sottovalutato l’evento meteorico, alla manutenzione straordinaria ritardata dai mancati finanziamenti dei progetti esecutivi che inquadravano bene il problema che rendeva prevedibile il disastro. La protezione civile chiede chiarimenti all’Arpacal; i sindaci a Regione e Anas.
Il bollettino giallo diramato per domenica non ha fatto scattare immediatamente i “Coc” (centri operativi comunali) convocati solo quando nel corso del nubifragio il livello di allerta è stato innalzato ad arancione. I sindaci sono stati colpiti di sorpresa dalle copiose piogge e violente grandinate e dinanzi le interruzioni della viabilità sia nei pressi della galleria di Copanello che nel centro abitato di Montepaone (in cui una frana ha isolato la via di accesso principale del centro ionico) sono stati i residenti ad aggiornare la situazione della viabilità attraverso i social.
Nessun avviso ufficiale dai Comuni, nessun aggiornamento su una situazione che, solo per un puro caso, non ha fatto registrare danni a persone. Il vortice ciclonico afro mediterraneo, così gli esperti hanno qualificato l’evento che ha colpito il basso Ionio, si è riversato su Montepaone e Stalettì nella tarda mattinata di un giorno festivo, quando scuole e uffici erano chiusi e il traffico era assai limitato lungo la Statale 106; interrotta in due punti tra il paese ionico e Squillace. Frana come nel 2022 la strada nei pressi della galleria di Copanello, un fiume di fango invade Caminia, l’Anas chiude la Statale 106 separando in due la Calabria ionica e a Montepaone si è lavorato per ore per liberare dal fango piazza dei fiori, via Caracciolo, via del pescatore e le frazioni allagate dopo l’esondazione del Grizzo. Quanto questo scenario fosse evitabile lo raccontano i progetti esecutivi per la regimentazione delle acque, mai finanziati.

Digital Edition
Dalla Gazzetta del Sud in edicola

Scopri di più nell’edizione digitale

Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.

Leggi l’edizione digitale
Edizione Digitale

Oggi in edicola

Prima pagina

Caricamento commenti

Commenta la notizia