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La cosca Gallace di Guardavalle “monitorava” i movimenti delle forze di polizia

L’inchiesta “Ostro” rivela la capacità di controllo del territorio da parte del clan. Il ruolo di Francesco Aloi uomo di fiducia del capobastone. Le segnalazioni ai sodali sulla presenza di autovetture sospette

Giovanni Burgio, Giuseppe Mazzullo, Giancarlo Novelli, Vincenzo Capomolla, Gianluca Valerio, Nicola Fasciano 

La cosca Gallace esercitava un controllo capillare del territorio di competenza, finalizzato fra le altre cose anche a verificare le attività della polizia giudiziaria. Deputato a questo compito (controllare gli investigatori), era soprattutto Francesco Aloi, ritenuto uno degli uomini di fiducia del boss Cosimo Damiano Gallace, anche in virtù dello stretto legame di parentela fra i due.
Assieme a Domenico Vitale (49 anni), Aloi, secondo le ricostruzioni degli inquirenti, teneva «sotto controllo», le forze dell’ordine e i loro movimenti, per mettere in atto eventuali contromosse. Lo dimostra il fatto che il 5 novembre 2020, poco prima che venisse emesso l’ordine di carcerazione nei confronti del boss, Aloi riferiva a Vitale di aver notato la presenza di autovetture delle forze di polizia. Vitale aveva ipotizzato che una Ford fosse un’auto civetta della Questura di Catanzaro. La circostanza creava qualche fibrillazione nei due, che temevano imminenti retate, al punto da valutare l’eventuale allontanamento dalle loro abitazioni.
La stessa situazione si verificava a partire dal 25 novembre 2020, data in cui la Corte di Cassazione si sarebbe pronunciata sulla sentenza “Appia”, che interessava il boss Gallace. Quel giorno Aloi, parlando con il sodale, segnalava tutti i veicoli sospetti, a suo dire riconducibili alle forze dell’ordine. L’indomani, all’una di notte, Gallace informava Aloi che le forze di polizia erano già a casa sua, il che significava che la Cassazione aveva rigettato il suo ricorso. A sua volta, Aloi rispondeva che si erano recate anche a casa di Cosmo Leotta. Le comunicazioni fra i due in quella giornata si intensificavano, attenzionando tutti gli spostamenti delle forze dell’ordine. Dal 9 dicembre 2020 al 23 febbraio 2021, gli investigatori hanno intercettato un fitto scambio di informazioni fra i sodali, in particolare il 18 dicembre 2020 Aloi informava Gallace della presenza delle forze dell’ordine nella sua abitazione e in quella di Cosmo Leotta, che nel frattempo si erano resi irreperibili.

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