Catanzaro, Crotone, Vibo

Giovedì 06 Febbraio 2025

Traffico di droga a Crotone, sott’accusa la gang di via Acquabona

Da un lato ci sarebbero i contatti coi fornitori di droga di Napoli; dall'altro l'approvvigionamento di cocaina, marijuana e hashish dalle province di Catanzaro e Reggio Calabria per spacciare poi le droghe a Crotone. E lo scenario criminale delineato dalla Dda che ha messo sott’accusa una presunta gang di trafficanti e spacciatori rom con base in via Acquabona. I pm Paolo Sirleo, Elio Romano, Pasquale Mandolfino e Irene Crea hanno avanzato richiesta di rinvio a giudizio per 25 persone. Vengono loro contestati, a vario titolo, i reati di associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico e detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti. L’udienza preliminare è fissata per il prossimo 16 aprile a Catanzaro. Nei mesi scorsi, il gip distrettuale aveva rigettato la richiesta di arresto per avanzata per 21 accusati per l'inattualità delle esigenze cautelari poiché i fatti contestati risalgono al 2019. Le indagini condotte dai carabinieri di Crotone presero piede dall'arresto del napoletano Guido Milucci che il 19 marzo 2019 venne fermato in località Passovecchio con 9,5 chili di hashish. Quell'episodio suscitò l'attenzione dell'Arma in quanto Milucci qualche giorno prima - il 13 marzo - era stato visto in compagnia di Massimino Berlingeri, detto Masino, uno degli ipotizzati capi dell'organizzazione di narcotrafficanti al centro dell'inchiesta. I due, per gli inquirenti, avevano avuto una conversazione di oltre 20 minuti in località Passovecchio, nella stessa zona dove da lì a breve Milucci sarebbe stato "pizzicato" con la droga. Per i magistrati, i narcotici che il napoletano aveva con sé erano destinati ai rom di via Acquabona. Inoltre, i rapporti tra Massimino Berlingeri e i suoi familiari col territorio partenopeo sarebbero proseguiti pure dopo le manette scattate ai polsi di Milucci. Una riprova, sostiene la Dda, del collegamento che ci sarebbe stato tra i rom di Crotone con il "canale" del Napoletano che avrebbe portato la banda di via Acquabona a smerciare fiumi di droga ad ogni ora del giorno e della notte. Oltre a Massimino Berlingeri, al vertice del gruppo gli investigatori collocano pure suo fratello Domenico Berlingeri, alias Terranostra, Cosimo Passalacqua, detto “Il biondo”, e Antonio Manetta, alias “Chificio”. Tutti impegnati chi ad assicurare le forniture di stupefacenti, e chi al confezionamento e alla cessione dei narcotici che sarebbe stata reperita anche a Sellia Marina e a San Luca. Rischiano il processo: Antonio Berlingeri (32 anni), Domenico Berlingeri, detto Terranostra (55), Massimino Berlingeri, alias Masino (48), Anna Rita Berlingieri (40), Antonio Berlingieri, detto Totò (67), Franco Berlingieri (43), Damiano Bevilacqua (39), Fabio Bevilacqua, alias Gennaro (45), Adolfo Castelliti, detto Buscettone (46), Gianluca Laforgia (40), Salvatore Loprete (42), Antonio Manetta, detto Chificio (39), Francesca Manetta (49), Leonardo Manetta, alias Nanà (69), Maurizio Manetta (48), Nicola Manetta, alias Trullo (43), Romina Manetta, detta Vrasciola (44), Armando Passalacqua, alias Magnaceddu (54), Armando Passalacqua (35), Cosimo Passalacqua, detto Il biondo (50), Domenico Passalacqua (25), Marcello Ruperti (57), Francesco Schipani (52), Antonio Treccozzi (43) e Giuliana Veneziano (23).

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