Catanzaro, Crotone, Vibo

Giovedì 13 Febbraio 2025

Catanzaro, nuovo ospedale a un punto morto. L’integrazione non ha dato sprint

Un convitato di pietra ha aleggiato per le stanze della nuova sede dell’Isbsc all’interno dei locali ex Villa Bianca nel corso della loro inaugurazione, avvenuta martedì. Nessuno, infatti, ha sfiorato il tema del “nuovo ospedale di Catanzaro”, una locuzione che negli anni ha indicato l’ampliamento funzionale e operativo della struttura del Policlinico – in località Germaneto – tramite una nuova “piastra” capace di ospitare circa 250 posti letto e un Pronto soccorso unico per la nascente Azienda ospedaliera universitaria “Dulbecco”. Era questo, infatti, il progetto per il quale furono anche reperiti circa 120 mln di euro (a cui se ne sarebbero aggiunti altri 90 di capitali privati) e che stava alla base del piano di integrazione funzionale tra l’Ao “Pugliese-Ciaccio” e l’Aou “Mater domini” ipotizzato: la “piastra” avrebbe infatti consentito il trasferimento delle attività sanitarie del “Pugliese” a pochi passi dal Policlinico, rendendo fisicamente unica la nascente “Dulbecco”, mentre nell’attuale “Pugliese” sarebbe sorta, con altri 25 mln di euro, una Casa della Salute capace di accogliere i codici bianchi e verdi del Ps e ospitare laboratori analisi e poliambulatori. Questa pianificazione rispondeva a una chiara esigenza di ottimizzazione delle risorse e del servizio ed era stata messa nera su bianco dall’allora commissario ad acta Massimo Scura che, in una relazione del 2018 al Tavolo Adduce, scriveva: «Il progetto di integrazione […] è rimasto fermo due anni per opposizioni interne alle Aziende, supportate dal mondo esterno, per interessi campanilistici o peggio personali […]. Il progetto complessivo prevede la riduzione delle strutture complesse da 86 a 64 (oggi ne sono state ridotte solo 6) e la realizzazione del Pronto Soccorso e circa 200÷250 p.l. mancanti presso o nelle vicinanze del Policlinico. […] Solo con l’integrazione, utilizzando i punti di forza del “Pugliese”, l’assistenza e del “Mater Domini”, la qualità delle prestazioni, si può realizzare un vero Policlinico dalle prestazioni qualitative e assistenziali di eccellenza.

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