Il ministero della Giustizia ha disposto l’applicazione del carcere duro (art. 41 bis dell’ordinamento penitenziario) nei confronti di due esponenti del clan di Acquaro, in provincia di Vibo Valentia. In particolare, la decisione del ministero della Giustizia interessa i fratelli Angelo e Francesco Maiolo, di 41 e 46 anni, ritenuti al vertice dell’omonimo clan di 'ndrangheta. Arrestati a giugno nell’ambito dell’operazione antimafia Habanero della Dda di Catanzaro, sono accusati di «di partecipazione - a partire dal 14 giugno 2013 - all’associazione di stampo mafioso denominata 'locale dell’Ariola' e, in particolare, della 'ndrina Maiolo attiva nel territorio di Acquaro». Quindi, ai fratelli Maiolo vengono anche contestati i reati di omicidio plurimo aggravato dalle finalità mafiose (la 'strage dell’Ariola' avvenuta il giorno 25 ottobre 2003 a Gerocarne, frazione di Ariola, nella quale vennero uccise tre persone - Francesco Gallace, Giovanni Gallace e Stefano Barilaro - e ferita una quarta), turbativa della libertà degli incanti, e un tentato sequestro di persona ai danni di un esponente del clan Pardea di Vibo Valentia aggredito e pestato per vendetta verso altra aggressione. La «Strage di Ariola» sarebbe invece nata dall’intenzione dei fratelli Maiolo di vendicare l’uccisione del padre Rocco e dello zio Antonio, ritenuti esponenti di vertice dell’omonimo clan, e scomparsi negli anni '90 per «lupara bianca».