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L’emergenza acqua a trecentosessanta gradi mina anche nei mesi invernali la serenità dei vibonesi. Le questioni, da tempo sotto la lente di associazioni e cittadini, sono almeno due: la prima è legata alla carenza del prezioso liquido, l’altra alla potabilità che, nonostante nelle “carte” non venga messa in discussione, nella sostanza è più che mai dubbia. E l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Enzo Romeo, consapevole pure dei rischi nei quali incorre la politica, se non riesce a garantire ai cittadini l’acqua potabile, è decisa a non bypassare la questione che, per troppo tempo –dall’ormai lontano 2011 – è finita sotto i riflettori senza che mai si sia individuata una soluzione.
Così, dopo il consiglio comunale sulla delicata quaestio, tenutosi circa un mese addietro, su input delle associazioni, coordinate da Luciano Gagliardi, un cittadino mai disposto ad accettare lo status quo, sempre intento a studiare le analisi dell’acqua e la documentazione ad esse connessa, la strada che l’esecutivo pare convinto di intraprendere è una sola: chiedere al governo, in sinergia con la Regione, la dichiarazione dello stato di emergenza che aprirebbe la strada ad una serie di finanziamenti e di agevolazioni che potrebbero essere non poco utili per la soluzione di problemi connessi alla potabilità e alla quantità dell’acqua, ritenuti ormai cronicizzati.
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