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Resta una chimera la possibilità di avere certezze sulla qualità dell’acqua nella città capoluogo. Esistono seri dubbi, infatti, sia sul fronte della potabilità che su quello della scarsità del prezioso liquido, tanto che di recente il Comune ha anche tentato di chiedere (a quanto pare senza fortuna) lo stato di emergenza, ottenendo in cambio soltanto l’impegno della Regione a promuovere investimenti sulla rete idrica colabrodo che porta alla dispersione di due terzi dell’acqua immessa nelle tubazioni. La vexata quaestio è stata affrontata pure nel corso di un’assemblea cittadina infuocata, con le associazioni sul piede di guerra e i cittadini ad esibire tutte le proprie personali prove della mancanza d’acqua e della scarsa qualità della medesima, nel caso in cui sgorghi dai rubinetti. Infatti, per la prima volta, persino in pieno inverno, vi sono delle zone della città a secco. Il tutto mentre le analisi dell’Asp e soprattutto quelle dei privati, costringono il sindaco ad emettere fior di ordinanza di non potabilità. Quasi non bastasse tutto ciò, si sta passando adesso alla carta bollata. Proprio nella tarda serata di venerdì, il rappresentante del Comitato per l’acqua pubblica Luciano Gagliardi, ha presentato un esposto ai carabinieri per segnalare e chiedere che le autorità competenti facciano chiarezza rispetto «alla non potabilità dell’acqua pubblica e alla mancata emissione di nuove ordinanze a tutela della salute dei cittadini».
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