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Crotone, aggressione a Ferrerio: nel processo d’Appello chieste pene più pesanti

Crotone, riqualificate alcune accuse chieste pene più pesanti. Nel procedimento imputati Anna Perugino e Andrej Gaju L’aggressione nell’estate 2022

Davide Ferrerio

«Anna Perugino e Andrej Gaju devono essere condannati per concorso anomalo in tentato omicidio per l'aggressione a Davide Ferrerio da parte di Nicolò Passalacqua». Si può riassumere così la richiesta che ieri la sostituta procuratrice generale, Raffaella Sforza, ha avanzato davanti alla Corte d'appello d Catanzaro che sta giudicando i due imputati coinvolti nel pestaggio del 22enne bolognese, avvenuto l'11 agosto 2022 a Crotone, per un errore di persona. La Procura generale ha sollecitato di riformare la sentenza del Tribunale di Crotone che, il 22 maggio 2024, ha inflitto 8 anni di carcere ad Anna Perugino riqualificando l'accusa da concorso anomalo in tentato omicidio in concorso in lesioni gravissime.
L'accusa ha infatti invocato per la 44enne la pena a 12 anni di reclusione per concorso anomalo in tentato omicidio. In primo grado, la donna è stata riconosciuta responsabile di aver istigato il blitz ai danni del giovane che da oltre due anni è ricoverato in coma irreversibile. Contestualmente, la sostituta procuratrice ha chiesto che ad Andrej Gaju, romeno di 36 anni - assolto dal Tribunale di Crotone - vengano inflitti 4 anni e 6 mesi di detenzione poiché avrebbe partecipato alla spedizione punitiva nella quale Ferrerio venne ridotto in fin di vita. Una ricostruzione dei fatti che però è stata contestata dalle difese. L'avvocato Aldo Truncé, che assiste Perugino, in aula ha parlato dell'estraneità dell'imputata dall'organizzazione del raid finito in tragedia: «La signora Perugino - ha osservato - non ha mai avuto intenzione di arrecare danno a Ferrerio, né ha partecipato, in alcuna forma, alla pianificazione o all'esecuzione dell'aggressione». Ma anche il legale Michele Loprete ha negato il coinvolgimento di Gaju nell'azione violenta. La Corte di Catanzaro deciderà nell'udienza dell'11 marzo.

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