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Adesso spazio alle interlocuzioni col Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica, le istituzioni ed Eni Rewind «per trovare una soluzione condivisa» che porti all'avvio della bonifica dell'ex area industriale di Crotone. Così s'è congedata ieri la commissione Ecomafie a conclusione dei due giorni trascorsi nel capoluogo pitagorico per capire le ragioni che stanno bloccando l'inizio del risanamento ambientale del Sin di Crotone da parte della società dell'Eni. La missione dell'organismo parlamentare d'inchiesta è consistita prima in un sopralluogo nelle zone contaminate degli ex stabilimenti Pertusola, Agricoltura, Sasol e Fosfotec con una delegazione composta dal deputato della Lega, Jacopo Morrone, e dai commissari Maria Stefania Marino (Pd), Carla Giuliano (M5S), Nicola Irto (Pd) e Dario Iaia (FdI). E poi - nel pomeriggio di lunedì - in Prefettura dove la commissione ha tenuto le audizioni nel corso delle quali sono stati sentiti la prefetta Franca Ferraro, il procuratore della Repubblica Domenico Guarascio, l'amministratore delegato di Eni Rewind Paolo Grossi e il sindaco di Crotone Vincenzo Voce. Per poi proseguire ieri con l'ascolto di due tecnici: Michele Fratini, responsabile dell’area caratterizzazioni e protezione dei suoli dell'Ispra; e di Michelangelo Iannone, commissario straordinario dell'ArpaCal.
«Sono stati incontri proficui - ha commentato Morrone al termine delle audizioni - ci sono posizioni differenti ma secondo me che si possono conciliare». E ancora: «Anche se si parte da posizioni distanti tra loro - s'è soffermato il parlamentare leghista - se l'obiettivo è quello di tutelare la salute dei cittadini si deve trovare una soluzione condivisa perché così non si può più rimanere». Mentre Iannone dell'ArpaCal ha chiosato: «Noi siamo pronti nel momento in cui le attività di bonifica avranno inizio a supportare col nostro personale ed i nostri laboratori». Com'è noto, l'iter di bonifica è in stallo da mesi. Regione, Provincia e Comune di Crotone sono contrari allo smaltimento delle scorie pericolose, prive di Tenorm e amianto, nella discarica di Crotone proponendo, invece, il loro conferimento nei quattro impianti già individuati tra la Germania e la Svezia. E questo perché il Provvedimento autorizzatorio unico regionale dal 2019 vieta di smaltire il Calabria le sostanze pericolose del Sin di Crotone. Al contrario, l'impresa del Cane a sei zampe s'è scagliata contro gli enti locali rei di aver ostacolato l'apertura del cantiere inducendo la società Sovreco a non sottoscrivere il contratto con Eni Rewind per ospitare nella sua discarica di Columbra 50 mila tonnellate di rifiuti pericolosi.
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